Da due giorni, ufficialmente, a seguito dello scioglimento degli organi elettivi del Comune, si è insediata la commissione prefettizia per la provvisoria gestione dell’Ente. Alla guida dell’organismo c’è il prefetto Santi Giuffrè. Con lui lavoreranno per i prossimi diciotto mesi, il viceprefetto vicario di Cosenza, Rosa Correale, e Michele Albertini, dirigente in servizio presso alla Prefettura di Brindisi. E, nelle stesse ore in cui il commissario Giuffrè metteva piede in Municipio, il dirigente del settore Lavori pubblici, Francesco Minutolo, rassegnava le dimissioni dall’incarico, pur rimanendo nella pianta organica del Comune. In città, continuano invece le recriminazioni e le perplessità: Rende è tra le cinque città della provincia ad essere stata sciolta per mafia. «Non si può accettare tutto ciò»: è il malessere che ribolle tra i residenti. Nel frattempo ciò che resta della vecchia maggioranza governativa ancora tenta di difendere sé stessa e le azioni politiche intraprese. Se, infatti, è vero che la Giunta, l’ultima prima dello scioglimento, e addirittura una commissione consiliare per alcune pratiche urgenti sono state organizzate, indicate e programmate salvo poi non riunirsi per la sopraggiunta comunicazione del Viminale e la notifica da parte della Prefettura di Cosenza, è altrettanto vero che il ricorso al Tar sia ritenuto «non procrastinabile» per chi, fino a 24ore prima, ha governato l’ente comunale. L’ormai ex sindaco facente funzioni, Marta Petrusewicz, ha accolto l’arrivo del commissario straordinario, sottolineando come «troverà sempre in noi l’appoggio necessario affinché si possa scongiurare il pericolo di fermare la macchina amministrativa con conseguenze davvero nefaste». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza