Il commissario della Fondazione regionale arbëreshe Ernesto Madeo «non ha predisposto alcune modifiche statutarie resesi necessarie negli anni per traghettare l’istituto alla nomina degli organi gestionali previsti nello statuto, ha svolto la sua attività in maniera del tutto autonoma, travalicando i limiti del suo incarico. Infatti si ritiene che non rientri fra i suoi compiti l’organizzazione di eventi e di visite istituzionali, peraltro in assoluta libertà, senza alcuna concertazione o coinvolgimento dei sindaci, messi sempre di fronte al fatto compiuto. La figura del commissario - scrivono i primi cittadini italo-albanesi- si sta rivelando fortemente divisiva: negli scorsi anni si era creata, fra i sindaci e le comunità arbëreshë della provincia di Cosenza, una forte comunanza di intenti ed un’intensa collaborazione, con un dialogo che coinvolgeva tutte le comunità, dialogo franco, senza pregiudizi, rispettoso delle peculiarità di ogni paese, in un clima di stima e comunione. Oggi, purtroppo, si registra un mutamento di tale clima, con un commissario che considera la propria comunità predominante rispetto alle altre: ciò comporta un’estrema litigiosità e si è creata una situazione per cui, lo si ribadisce, alcune comunità vengono coinvolte ed altre sistematicamente escluse da ogni decisione che riguardi l’Arberia». Sono queste le motivazioni che hanno portato 13 sindaci arbëreshë della Provincia di Cosenza a sfiduciare il Commissario Madeo attraverso una lettera che è arrivata ai tavoli del Presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, dell' assessore con delega alle minoranze, Gianluca Gallo e della consigliera regionale Pasqualina Straface. I sindaci di Acquaformosa, Gennaro Capparelli, di Castroregio, Alessandro Adduci, di Cervicati, Gioberto Filice, di Cerzeto, Giuseppe Rizzo, di Civita, Alessandro Tocci, di Frascineto, Angelo Catapano, di Lungro, Carmine Ferraro, di San Basile, Vincenzo Tamburi, di San Benedetto Ullano, Rosaria Amalia Capparelli, di San Martino di Finita, Paolo Calabrese, di Santa Caterina Albanese, Roberto Lavalle, di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti, di Vaccarizzo Albanese, Antonio Pomillo chiedono al governatore Occhiuto «di procedere alla nomina quale commissario di un funzionario regionale che ponga in essere gli adempimenti necessari affinchè la Fondazione si possa dotare, celermente, dei propri organi e procedere allo svolgimento delle normali attività previste dallo statuto».