Dopotutto basta varcare il Campagnano per sconfinare. Ed è quello che fanno centinaia, se non migliaia, di persone ogni giorno, a piedi, in bici, utilizzando l’auto o i bus. Un via vai continuo, giustificato da svariate ragioni, quando anche da Castrolibero i residenti guadagnano il capoluogo o Rende per raggiungere il posto di lavoro o andare all’Università, ognuno portandosi in tasca o, forse, meglio dire, nel cuore le proprie radici. Probabilmente il vero motivo del contendere sulla realizzazione del comune unico risiede in tale sentimento, legittimo, sacrosanto, molto più pregnante che oltrepassare un corso d’acqua neppure così profondo. È da tempo immemore, ormai, che la politica sta cercando di trovare la sintesi giusta, convinta delle ricadute positive che un’area vasta apporterebbe all’intero circondario, senza, però, mai riuscire a centrare l’obiettivo. I cosiddetti “dissidenti” del Pd, che poi dissidenti non sono, piuttosto l’anima critica di un partito sparso in mille rivoli, ricordano, come riportiamo in altro pezzo, gli appelli lanciati in più di una circostanza e incentrati sulla opportunità di imbastire un confronto serrato, attribuendo al centrodestra della Regione «una chiusura municipalista». La posizione assunta di recente dal Pd ufficiale, messa nero su bianco l’altra sera durante la riunione del Circolo cittadino dei democrat (al cospetto di assessori e consiglieri del gruppo consiliare del Pd), sembrerebbe ricalcare gli inviti dei “dissidenti”, smorzando la polemica su ipotetici cambiamenti di opinioni, in quanto il Pd bruzio non si era ancora apertamente espresso sul progetto della città unica, lasciando comunque intendere che l’indirizzo tracciato dall’apposita commissione regionale, mostra delle carenze.
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