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Cosenza, Rende e quell’abbraccio che fu ipotizzato già 55 anni fa

Per la prima volta l’idea di unire le due città fu presentata in un convegno alla Provincia

Da mesi si discute di quell’idea di rilancio allettante sulla quale impalcare il futuro socio-economico di Cosenza e della sua sterminata area urbana. Un’idea che ha assunto forme e connotati di un comune unico, senza frontiere, senza barriere, senza campanili. Cosenza, Rende e Castrolibero presto avranno l’anima (e il corpo) di una sola grande città secondo lo schema individuato dalla legge regionale modellata dai consiglieri del centrodestra. Un progetto che è già avanti visto che la legge Omnibus, con la modifica all’iter normativo per la fusione tra Municipi, ha spianato la strada in Calabria alla conurbazione tra le diverse amministrazioni che hanno seguito negli anni sentieri di sviluppo economico e sociale non armonizzati (e non sarà facile il riallineamento). La prima pietra in attesa del referendum che si limiterà ad essere meramente consultivo.
Il Campagnano sarà il legante delle tre città. Cosenza, Rende e Castrolibero diventeranno un solo centro urbano che si allargherà su una superficie di 104,7 chilometri quadrati con una popolazione di 109.523 residenti (in base alle ultime stime dell’Istat di inizio anno), a cui andrebbe a sommarsi la platea degli universitari fuori sede che dimorano stabilmente nelle residenze dell’Unical e, in locazione, nelle case private dei moderni quartieri rendesi. L’idea proposta dai consiglieri regionali di maggioranza è quella di costruire il futuro socio-economico di Cosenza e della sua sterminata area urbana. Un progetto che prenderà forma con la realizzazione comune unico. Certo, sui territori si sono formate sacche di resistenza e, del resto, soprattutto Cosenza e Rende avevano sempre vissuto con le porte dei campanili “blindate”, i cosentini da questa parte, i rendesi dall’altra. In mezzo, il pregiudizio. Gli egoismi s’erano rincorsi impedendo in passato di ragionare, di immaginare uno scenario amministrativo diverso.

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