Un partito, il Pd, attraversato dalle polemiche. Appena se ne spegne una, ecco esploderne un’altra, tanto per mantenersi in allenamento e non perdere la vena critica, rivolta più all’interno del sodalizio politico che all’esterno. Le recenti spaccature tra correnti non hanno fatto altro che evidenziare questo spirito divisorio, palesato, per esempio, rispetto alla legge sulla fusione comunale, come anche in considerazione delle problematiche riguardanti la sanità territoriale.
L’imminente Festa dell’Unità programmata nel capoluogo bruzio dal 12 al 15 settembre potrebbe trasformarsi, pertanto, nella kermesse della riconciliazione, non fosse altro perché nelle intenzioni degli organizzatori riposa la volontà di gettarsi alle spalle le contrapposizioni così da guardare tutti quanti nella medesima direzione.
C'è che nel frattempo le distanze tra taluni esponenti della classe dirigente locale democrat appaiono ancora dilatate. A rimarcarle è stata la manifestazione in piazza dei giorni scorsi voluta dal circolo cittadino capeggiato dalla giovane segretaria, Rosi Caligiuri, indetta per non abbassare l’attenzione sulle criticità dell’ospedale Annunziata (in campo, tra gli altri, i vari Carlo Guccione, Nicola Adamo, Enza Bruno Bossio), orfana, però, di una parte consistente del Pd.
Assenti il coordinatore provinciale, Vittorio Pecoraro, il presidente dell'Assemblea, Maria Locanto, nonché i consiglieri regionali rappresentati del Cosentino, Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci, e il presidente del civico consesso di Palazzo dei Bruzi, Giuseppe Mazzuca. Punti di vista differenti emersi anche su altri argomenti molto dibattuti, come il progetto della città unica, rispetto al quale hanno mostrato apertura anche i tre consiglieri comunali “dissidenti” Francesco Graziadio, Aldo Trecroci e Gianfranco Tinto, espulsi dal partito dopo essersi dimessi dal gruppo consiliare, la cui posizione adesso è al vaglio della commissione regionale di Garanzia.
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