La campagna elettorale a Rende, per le prossime amministrative e per eleggere un nuovo governo locale, è ufficialmente iniziata ieri. La notizia di Gazzetta, secondo cui una circolare del Ministero dell'Interno, con la data dell'11 settembre scorso, cita testualmente Rende nell'elenco dei Comuni che dovrebbero andare al voto entro fine anno, ha scosso gli addetti ai lavori ed accelerato, evidentemente, proposte e riunioni. Le date? 17 e 18 novembre 2024, domenica e lunedì. Con probabile ballottaggio previsto, eventualmente, in data 1 e 2 dicembre. Insieme a Rende, il Ministero elenca altre 5 città al voto in Italia, tutte sciolte precedentemente per infiltrazioni mafiose, tra cui- in particolare- Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria. Rende, in verità, è inserita in un elenco a parte, perché subordinata alla scelta diretta del ministro Piantedosi. Ed è qui, appunto, che occorre fermarsi. Due gli scenari, entrambi propedeutici alle scelta della politica. Regionale e romana. Il primo è che il numero uno del Viminale, in arrivo in Calabria nelle prossime ore, incontri il governatore Roberto Occhiuto e stabilisca, verosimilmente insieme a lui, tempistiche ed annunci ufficiali. Se Occhiuto dovesse dirsi d’accordo ed assecondare l’ipotesi di voto tra soli due mesi, i tempi sarebbero davvero ristretti per dare il via all’iter per portare al voto un Comune importante come Rende. Si può fare, è evidente. Tale scelta potrebbe sparigliare anche le carte in tavola e giocare d’anticipo per chi, ancora oggi, non appare pronto a nuove liste e nuove elezioni. La seconda ipotesi che, secondo molti addetti ai lavori, potrebbe essere la più “facile” e percorribile è quella di una “spinta” politica verso un rinvio di qualche mese. Entro e non oltre giugno, ovviamente. Così da allinearsi agli altri comuni italiani, non sciolti per mafia. In questo caso, si avrebbe tutto il tempo di svolgere il referendum sulla città unica (previsto per metà novembre, anche in questo caso) e poi organizzarsi per le elezioni amministrative.