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Caso Baker Hughes, sindaco di Corigliano-Rossano: ho solo chiesto il rispetto delle norme

Il sindaco Flavio Stasi

«Nelle scorse ore ho fatto alcuni precisi riferimenti alle reazioni meno accorte, che certamente resteranno indelebili nella memoria collettiva della nostra terra. E’ evidente, però, che a seguito delle accoratissime reazioni che si sono susseguite (sembrava che non si aspettasse altro), una parte delle quali abbastanza stupefacenti dal momento che si tratta di forze rimaste totalmente immobili per un anno rispetto alla vicenda BH, ho posto degli interrogativi impliciti che, in assenza di riscontri, devo rendere espliciti. A parlare di investimenti e posti di lavoro siamo tutti d’accordo e tutti discretamente bravi: ogni progetto - come ogni investimento - è funzionale allo sviluppo della Calabria. Ma il rispetto delle norme, la legittimità e la trasparenza delle procedure - in una parola la legalità - sono necessarie per lo sviluppo della Calabria o sono diventate improvvisamente discrezionali, come bandiere da sventolare ed ammainare a piacimento, in base all’entità dell’investimento o alla capacità relazionare dell’investitore?». Lo scrive il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, in riferimento alle polemiche scaturite dall’annunciata rinuncia della multinazionale Baker Hughes a investire nella sua città dopo un ricorso del Comune circa l’'occupazione di una banchina del porto cittadino. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. 
«E sia chiaro - continua Stasi - che gli unici a non avere responsabilità in tutto questo sono proprio gli investitori, sulla cui serietà nessuno discute. Ho chiesto e ribadisco la domanda a tutti i paladini del lavoro e dello sviluppo dell’ultima ora: gli uffici comunali avrebbero dovuto dare una conformità urbanistica falsa, sì o no? Spesso risulto poco simpatico perchè non sono tipo da «ni», ecco perchè bisogna avere il coraggio di dire che, pur di non ostacolare l’investimento, bisognava fare carte false. L’ufficio Comunale di Corigliano-Rossano - prosegue Stasi - ha un’altra impostazione: ha posto il problema immediatamente, ha chiesto in decine di occasioni di superarlo, ha persino proposto un protocollo di intesa con una pianificazione da condividere, in modo da destinare le altre banchine e non quelle utili a Baker Hughes. Tutto vano. Ed ancora, ribadisco nuovamente ai medesimi paladini: trovate normale ed accettabile che nel 2024 in un paese occidentale venga data una autorizzazione con una conferenza dei servizi che ha per oggetto un’altra cosa e che è stata convocata un mese e mezzo prima della richiesta stessa di autorizzazione?». Stasi aggiunge: «E' vero che l’ordinamento amministrativo è cosa complessa, ma partiamo dalle basi: i pareri li vogliamo raccogliere, anche in maniera subliminale, per qualcosa che almeno è già stata richiesta? Ecco quelle che ho ribattezzato le «conferenze veggenti». Capisco: assurgere al ruolo di chi difende posti di lavoro in una terra di emigrazione è molto più semplice, va molto più alla pancia, rispetto a spiegare che una tale assurdità renderebbe ogni successivo iter autorizzativo una vera e propria barzelletta»

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