“Rende non ha voce”. E poi: “il referendum? Una farsa che comunque si farà”. Ancora: “Difendiamo la nostra libertà”. Sono queste le parole ed i pensieri emersi ieri pomeriggio, al Museo del Presente, da parte di molti cittadini e dalle associazioni che compongono il comitato per il No alla città unica. Una vera e propria chiamata a raccolta. Sala gremitissima, con tanta gente anche in piedi e fuori dal bel museo rendese, per ribadire ancora una volta le ragioni per cui questa “annessione”, o “fusione a freddo”, per usare a prestito le loro stesse affermazioni, non va per nulla bene. La sintesi migliore, probabilmente, la fa Sandro Principe che paragona il “matrimonio” tra Cosenza, Rende e Castrolibero ai fidanzati che, prima di giungere al gran giorno, hanno necessità di conoscersi, frequentarsi, amarsi. La riunione di ieri sera ha rappresentato, anche, il passaggio di testimone dal comitato ai cittadini direttamente. Ed in attesa della pronuncia del Tar con il probabile rinvio al Consiglio di Stato e, per ultima, alla Corte costituzionale si è proceduto a fornire nuove indicazioni operative per non “fare venire meno il faro per l'intera Calabria che è stata ed è Rende”. Insomma, un “no” chiaro e netto ma non tanto- e non solo- per unire le tre realtà bensì per non “subire una legge calamitata dall'alto che oggi colpisce noi ma domani potrà interessare tutti i cittadini calabresi”.