Si attendono novità molto importanti per i tributi locali e per alcune scelte – né facili, né scontate – che i tre commissari prefettizi si apprestano a compiere nelle prossime ore. Il debito di 40 milioni per ipotetiche mancate riscossioni sono un “gruzzolo” piuttosto importante su cui incide, da sempre in verità ed in quasi tutti i Comuni d’Italia, il bilancio dell’ente. Cosa fare? Come muoversi? Interrogativi che potrebbero essere trasformati in azioni concrete da parte di chi, oggi, è chiamato al governo temporaneo della città. Più che i cittadini morosi o le imposte su Tari, Imu e tasse comunali più dirette, la scelta politica potrebbe ricadere – chissà – sui grandi evasori che, nel corso degli anni, hanno fatto evidentemente i furbi. Vedremo. Nel frattempo sulla querelle dei conti pubblici, Sandro Principe fa notare che, ad aprile scorso in effetti, la Federazione Riformista aveva posto alcuni passaggi, non secondari, rispetto alle somme ed ai milioni citati. «Rende ha la titolarità di un patrimonio immobiliare e mobiliare del valore di oltre 200 milioni di euro, in parte non destinato a funzioni pubbliche essenziali e, quindi, alienabile per riportare le finanze in equilibrio», dice chiaramente l’ex sindaco. Dello stesso avviso sembrano essere, in verità, anche i commissari.