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Città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero, Pecoraro (Pd): «Occorre riscrivere la legge»

Vittorio Pecoraro

Le tracce della battaglia referendaria si leggono solo sui volti dei protagonisti. Nelle loro parole il senso d’uno scontro acceso rispetto al quale, però, il 74 per cento della popolazione dell’area interessata dalla fusione è rimasta indifferente.
Articolata la posizione del segretario provinciale del Pd, Vittorio Pecoraro, che ritiene fallito il progetto pure sposato dal suo partito e chiede una nuova legge: «Ci siamo spesi in migliaia con convinzione per il Sì alla fusione. L’abbiamo fatto perché condividiamo il sogno di una grande città unita, fondata sull’università, nuovi viali, servizi migliori e una quotidianità comune. Come Partito Democratico, ci siamo mobilitati con impegno, insieme ai nostri amministratori, ai circoli, agli alleati, alle forze sociali e sindacali. L’abbiamo fatto con unità e determinazione. Tuttavia, il voto è l’espressione più alta della sovranità popolare, cardine della legittimità in ogni sistema democratico. È per questo che, adesso, serve umiltà e rispetto. Con il risultato emerso non si può procedere con la fusione. Inoltre, anche con un esito complessivo favorevole, non avremmo sostenuto il progetto in presenza del voto contrario di due comuni su tre. Dopo le elezioni amministrative di Rende, sarà necessario aprire un nuovo tavolo per ripensare la proposta. Occorre riscrivere una legge regionale organica sulle fusioni, che coinvolga gli enti locali in modo partecipativo. Sono certo che tanti amici e compagni dei comitati del No, che hanno espresso preoccupazioni sincere e non campanilismi, saranno pronti a collaborare, anche ripartendo magari dalla proposta di una unione dei comuni. Questo risultato non è la fine, ma l’inizio di qualcosa di nuovo».

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