Orlandino Greco è uno dei “vincitori” del referendum sulla Città unica. A Castrolibero, cittadina di cui nella veste di sindaco, vicesindaco e ancora sindaco, è elettoralmente il “signore”, il “no” ha ricevuto un plebiscito. E mentre a Cosenza l’affluenza ha toccato i minimi storici (19%) e a Rende s’è fermata a un poco apprezzabile 33%, a Castrolibero i votanti sono stati invece il 44, 78 % (più che alle Europee). E l’esito castroliberese s’è rivelato determinante nell’affermazione delle ragioni dei cittadini contrari alla fusione. Vittorio Pecoraro, segretario provinciale del tumultuoso Pd, ha detto al nostro giornale: «Pur se avesse vinto il “sì” con i risultati sfavorevoli registrati a Rende e Castrolibero il progetto comunque non l’avremmo portato avanti». I Dem, tra l’altro, sul tema della Città unica sono stati a lungo divisi e, probabilmente, lo sono rimasti anche in occasione dell’ingresso alle urne. L’esito della consultazione popolare ha indotto pure la parlamentare della Lega, Simona Loizzo, prima solitaria promotrice dell’unione tra Rende e Cosenza quand’era consigliera regionale, a invitare l’assemblea di Palazzo Campanella ad «impegnarsi a introdurre in modo unitario le necessarie modifiche per rendere il processo di fusione più partecipato e condiviso. Io credo» afferma «che si debba interpretare il referendum come una risposta non affettiva da parte dell’elettorato. E che il Consiglio regionale debba procedere, insieme, con modifiche che rendano il processo di fusione partecipato e condiviso. La percezione che ha avuto l'opinione pubblica non è stata quella di un coinvolgimento effettivo. Ma se i sindaci sono favorevoli bisogna fare in modo che si esprimano e che vengano direttamente coinvolti. Non è mai stata una battaglia di parte e confido che il PD, Cinquestelle e le opposizioni partecipino alle modifiche in uno spirito unitario».
Ma cosa dice e come festeggia il successo Orlandino Greco? Affidandosi ai versi di uno dei più grandi cantautori italiani.
« “Generale, la guerra è finita. Il nemico è passato. È vinto. È battuto.” Questi versi di Francesco De Gregori mi hanno sempre colpito profondamente. Parole che mi riportano agli anni della mia adolescenza e che oggi assumono un significato più ampio. Le battaglie, di qualsiasi natura, prima o poi finiscono, lasciandoci con una responsabilità fondamentale: riflettere, imparare e ripartire. Le battaglie politiche» sostiene il sindaco di Castrolibero «non fanno eccezione. Nella mia esperienza ho conosciuto la vittoria e la sconfitta, ma sempre con la consapevolezza che il nostro compito, come rappresentanti delle istituzioni, è di lavorare con senso di responsabilità e visione per il bene comune. La proposta di una città unica, così come è stata concepita, non ha risposto a questi principi. È nata male e cresciuta peggio. Ecco perché il nostro “no” è stato netto, sia nel metodo che nel merito. Il popolo è sovrano, sempre. Il messaggio che è arrivato è chiaro: non è questa la città unica che i cittadini delle tre municipalità auspicano. Ma l’astensionismo, che è stato altrettanto significativo, ci obbliga a una riflessione ulteriore. Esiste, forse, un desiderio diffuso di sviluppo e crescita, ma non attraverso soluzioni affrettate o imposte dall’alto. La nostra visione deve essere diversa: una visione che guardi al futuro, costruita dal basso, orientata verso un reale progresso. Se vogliamo una grande e moderna area urbana, dobbiamo partire dai territori che la circondano, rispettando la voce dei consigli comunali e avviando percorsi condivisi. La gestione associata dei servizi, per esempio, può essere una strada concreta e immediata per cominciare a lavorare insieme, facendo dialogare istituzioni e comunità. Adesso è il tempo delle verifiche. Dobbiamo definire il modo in cui andare avanti, valutando opportunità, pianificando soluzioni strutturali e tenendo conto di ogni variabile. Ma soprattutto dobbiamo porre al centro del processo gli attori protagonisti: i cittadini, i loro rappresentanti e le loro aspirazioni. Il nostro obiettivo deve essere ambizioso ma realizzabile: una metropoli all’avanguardia, che cresca nel rispetto delle identità locali, che si sviluppi a cerchi concentrici partendo da un nucleo centrale dei tre comuni e che offra opportunità a tutti. Solo così» conclude «potremo costruire un futuro che non sia solo grande nei numeri, ma grande nei valori e nelle prospettive».
Intanto, oggi pomeriggio, l'associazione politico-culturale “Controcorrente” organizza nella sala della Cgil di Cosenza, una manifestazione sul tema “Dopo il voto: scenari urbani”. Ad animare la discussione sul referendum e sul dopo referendum saranno il sindaco del capoluogo Franz Caruso e il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi insieme ai soci dell’associazione Andrea De Seta e Walter Nocito. Introdurrà i lavori la presidente Carolina Casalnovo.
«La netta affermazione del No» sottoilineao gli organizzatori «determina una modifica in un percorso che lo schieramento politico quasi al completo, da destra a sinistra, credeva già determinato dall'esito positivo della consultazione. I cittadini hanno invece dato un’indicazione diversa. Si deve considerare tutto archiviato o forse è necessario ripensare a quali scenari urbani si deve lavorare fin da ora? Agglomerato urbano, servizi comuni, città policentrica: quali sono le dinamiche in atto? Una percentuale di votanti così bassa quale messaggio consegna alla politica e alle amministrazioni? E, ancora, la sconfitta della destra e della sua legge che imponeva la fusione e la contemporanea sconfitta della sinistra che non è in sintonia con i cittadini e che non ha neppure saputo valutare l'opportunità politica di essere nettamente oppositori di questo progetto imposto, quali conseguenze avranno?».
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