A Scalea finisce l’era dell’amministrazione a guida del sindaco Giacomo Perrotta. Ieri mattina, nove consiglieri comunali hanno rassegnato le dimissioni, protocollandole intorno alle 8,30. Tra i firmatari, anche l’ex vicesindaco Annalisa Alfano - dimessasi dall’incarico nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, durante il quale aveva votato a sfavore della mozione di sfiducia presentata da sette consiglieri di minoranza - e l’ex capogruppo di maggioranza, anche lei dimessasi da tale incarico recentemente, a seguito della decisione del primo cittadino di aderire a Forza Italia. Esattamente come prima di lei e con la stessa motivazione si era dimesso il presidente dell’assise, Gaetano Bruno. Pertanto, i nove consiglieri dimissionari sono Giuseppe Angona, Raffaele D’Anna, Eugenio Orrico, Angelo Paravati, Francesco Silvestri, Giuseppe Antonio Torrano (che ha personalmente depositato presso l'Ufficio protocollo del Comune il documento redatto dal notaio con le firme dei nove consiglieri dimissionari), Giovanna Versace, Gianna Fiore e Annalisa Alfano. È dunque intervenuto lo scioglimento del Consiglio comunale. Il prefetto ha già nominato il commissario: Giuseppe Di Martino. «È stato un onore servire il mio paese - ha dichiarato, a caldo, l’ormai ex sindaco Giacomo Perrotta - I traditori sono e resteranno tali in eterno. A brevissimo, a mente fredda, farò una diretta in cui analizzeremo la situazione chiamando le cose per nome e cognome. A presto e grazie ancora a tutti». Anche per Scalea, dunque, così come già accaduto per Cetraro nei giorni scorsi, arriva la gestione commissariale dell’ente comunale, fino alle prossime elezioni. Il clima politico appare caratterizzato da divisioni e risentimenti, facendo intravedere una campagna elettorale molto dura, visto che, soprattutto in questo ultimo scorcio di consiliatura, si sono consumati una serie di strappi e defezioni dalla maggioranza che non potranno non incidere sul futuro politico della città. Le dimissioni di ieri dei nove consiglieri scaleoti non sono, infatti, state “un fulmine a ciel sereno”, considerato che già nei mesi scorsi e, soprattutto, nelle ultime sedute consiliari si sono verificati scossoni che hanno messo a dura prova la stabilità della consiliatura. Non ultima, la mozione di sfiducia presentata da sette consiglieri di minoranza, poi votata anche dall’ex capogruppo di maggioranza, Gianna Fiore, non passata grazie all’uscita dall’aula dell’ex presidente del civico consesso Gaetano Bruno e al voto contrario del vicesindaco Annalisa Alfano, che, però, nella stessa seduta si è dimessa dall’incarico, lasciando anche le deleghe di assessore. Gaetano Bruno, dopo essere, venuto a conoscenza della decisione del sindaco Perrotta di aderire a Forza Italia, non aveva, infatti, ritenuto di poter ancora far parte della maggioranza consiliare, «vista - aveva spiegato - la marcata estrazione politica di centrodestra». Pertanto, la votazione sulla mozione di sfiducia al sindaco, pur se respinta, ha fatto emergere un grave contrasto politico, che ha causato il venir meno di una solida maggioranza consiliare, determinando una situazione di impossibilità di funzionamento del Consiglio comunale, visto che ormai il sindaco Perrotta poteva contare solo sul sostegno di sette consiglieri su sedici. Un numero insufficiente a poter proseguire la sua azione amministrativa. Una situazione culminata nelle dimissioni dei suddetti nove consiglieri, dopo mesi di instabilità politica e amministrativa. Esattamente come già avvenuto a Cetraro, dove, dopo la fine della consiliatura a guida del sindaco Ermanno Cennamo - decretata anche in questo caso dalle dimissioni di nove consiglieri, tra i quali l’ex vicesindaco Tommaso Cesareo - è già stato nominato il commissario prefettizio, nella persona dell’ex viceprefetto a riposo Mauro Passerotti. Un commissariamento che, in entrambi i casi, dovrebbe, però, durare solo pochi mesi, profilandosi già nella prossima primavera il ritorno alle urne sia per la comunità cetrarese che per quella scaleota. Un destino comune per le due cittadine tirreniche, che si spera possa preludere alla fine - per entrambe - di un lungo e travagliato periodo della politica locale.