Cosenza

Martedì 11 Febbraio 2025

Le elezioni amministrative a Rende e la partita della salvezza

"Fra poco più di quattro mesi, è facile che i rendesi siano costretti a recarsi alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale, il nuovo sindaco e la nuova giunta. Tutto dipenderà da cosa deciderà il Ministro degli interni Piantedosi sulla fine del commissariamento e sulla data delle elezioni amministrative. Ma già da qualche tempo a questa parte, stiamo assistendo a giochi di posizionamento e confronti preliminari, ai fini di possibili accordi elettorali . Questa circostanza, non accade per caso, e non è neanche censurabile in fatto ed in diritto. Perché la partita che, necessariamente, si dovrà giocare in queste prossime elezioni amministrative, è di fondamentale importanza per il futuro destino della città. È, verosimilmente, la classica partita simile a quella del film del 1981 ” Fuga per la vittoria” del regista John Huston. Film che narra , sostanzialmente, di quanto sia importante vincere una partita di calcio per salvarsi, da parte di internisti prigionieri in un campo di concentramento nazista nella seconda guerra mondiale. Partita, tuttavia, pareggiata con una spettacolare rovesciata del grande Pelé. Goal talmente spettacolare che dalla gioia il pubblico ha inteso invadere il campo di gioco e consentire così ,e nel marasma generale, la fuga sperata degli internisti". Così in una nota, Tonino Simone coordinatore dell'associazione politico-culturale Città&Futuro Ho voluto citare questo episodio, perché esso mi sembra che sia una metafora alla rovescia di quello che sta succedendo a Rende: almeno in questi giorni. Comunque, al netto di questa metafora, la partita elettorale non è entrata ancora nel vivo, atteso che si è, verosimilmente, nella fase di riscaldamento. Movimenti, comitati e forze politiche stanno predisponendo le formazioni e stanno tentano di scegliere i propri candidati a sindaco della città. Il guaio è che, come in passato, specie a sinistra, già si notano dei distinguo e delle fughe improvvide che fanno presagire nulla di buono. Perché è ampiamente assodato che in politica divisi si perde ed uniti si vince. Questo verosimile gioco masochista al massacro, a quando sembra , rischia di ripetersi specie nell'ambito del comitato per il No. Comitato allestito e risultato vincente in occasione del referendum sulla Città unica del primo dicembre scorso. Infatti, pare che parte del Comitato intenda viaggiare da soli ed abbia, addirittura, già individuato e reso pubblico un suo candidato a sindaco. Sottovalutando, con disonorevole spovvedutezza, il rischio che tale condotta ,inevitabilmente, condurrebbe alla sconfitta finale delle forze che fino ad ora si sono riconosciute nella nobile battaglia referendaria. Sconfitta, dalle conseguenze politiche, etiche e morali devastanti per Rende. Tra l'altro, come lo sono già state le ultime due a partire da quella del 2014. Sicché, spetta ai Riformisti locali ed alle forze più avvedute presenti sul territorio, porre rimedio a questa cultura autolesionista in capo ad alcuni protagonisti alla rovescia della politica locale. Come? Attraverso una operazione di persuasione politica che abbia come contenuto fondamentale il fatto che la prossima partita elettorale è una partita da cui dipenderà il futuro destino della città: almeno per altri dieci anni. Avendo il coraggio di scaricare sui “liquidatori di professione” l’errore di vanificare la esaltante vittoria referendaria in nome di un nulla, o peggio ancora, di egoismi vacui e gelosie di basso profilo. Vanificare quell”esaltante messaggio di consenso che gli elettori rendersi hanno inteso inviare alla classe politica locale, anche in prospettiva delle prossime elezioni amministrative. Inoltre, la coerenza in politica , non è affatto un semplice contorno opzionale . Essa è la base di partenza per costruire solide e valide alleanze . Alleanze di merito e di principi, di valori e di idee, di capacità di governo e di onestà intellettuale. Ed i Riformisti sono ancora in tempo di costruire queste alleanze. Peraltro intorno ad un leader già ampiamente riconosciuto".

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