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Elezioni amministrative nel Cosentino, in ordine sparso. In primavera solo cinque comuni al voto

Gli effetti delle restrizioni della pandemia influenzeranno i rinnovi dei consigli comunali designati nel 2020 e nel 2021. A maggio (11?) si tornerà alle urne a Rende, Cassano Jonio, Cetraro, Paola e Scalea. Nuovi sindaci a Castrovillari e San Giovanni in Fiore nel 2026, a Cosenza nel 2027

La fodera del Cosentino rimane lacerata dai graffi del Covid che si compongono e si scompongono dentro una vertigine oscura e inquieta che continua ad ardere nel cratere di questa terra. Il ricordo drammatico di quegli anni ha imbrattato le pagine delle nostre vite, un biennio scandito dalla diffusione di un microrganismo che ha scorticato la pelle di Cosenza e della sua sterminata provincia. In particolare, c’è una data che ha cambiato brutalmente la storia di questa terra, una data che ci fece precipitare all’improvviso nell’abisso della paura. Il 19 marzo del 2020 si arrese al nuovo male il primo cosentino, un informatore scientifico. Se ne andò stremato, di sera, nel reparto di Rianimazione dell’“Annunziata”, dopo aver lottato per quasi due settimane contro quel morbo che gli aveva prosciugato i polmoni. Il Covid era appena arrivato e l’Italia era già in lockdown da dieci giorni. La nuova peste condizionò le nostre vite. Il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria, persino i rinnovi dei consigli comunali vennero differiti. E, adesso, si prova a recuperare quel tempo sospeso.

Rinnovo differito

Il Viminale (Dipartimento affari interni e territoriali - Direzione per i servizi elettorali) ha già fissato, con la circolare numero 83 del 2024, il meccanismo di rotazione e slittamento per il rinnovo di quelle amministrazioni comunali che sono andate al voto nel 2020 e nel 2021, un biennio di sofferenza e di paura. Il documento, che richiama la legge 182 del 1991 come riferimento per la materia elettorale di settore, rileva che, proprio a causa dell’emergenza sanitaria del 2020 e del 2021, i termini elettorali ordinari (che erano fissati in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno) erano stati differiti, per entrambe le annualità, al periodo annuale (ritenendolo più caldo e, quindi, di ridotta diffusione dell’agente patogeno). E così si andò alle urne nel settembre del 2020 e nell’ottobre del 2021. Nei comuni che andarono al voto in quegli anni, si tornerà al voto tra il 15 aprile e il 15 giugno dell’anno successivo del quinquennio. In pratica, quelli in cui si è votato il 20 settembre del 2020 torneranno alle urne nella primavera del 2026.

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