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La "rivincita" dei socialisti nel Cosentino: Principe, Aieta e Perrotta riconquistano Rende, Cetraro e Paola

Soffia un vento di rinnovato entusiasmo socialista sulla costa tirrenica cosentina, dove le elezioni amministrative hanno sancito il ritorno in scena di figure storiche della sinistra calabrese. A Rende, Cetraro e Paola, tre città chiave per l'equilibrio politico del territorio, sono stati eletti sindaci Sandro Principe (a Rende manca ancora l'ufficialità, ma Principe ha un nettissimo vantaggio e si appresta ad essere rieletto), Giuseppe Aieta e Roberto Perrotta: tre volti noti, tre storie politiche radicate, tre firme della tradizione socialista meridionale.

A Rende, città universitaria e centro dinamico dell'area urbana cosentina, Sandro Principe, figura simbolo del socialismo calabrese, è tornato a essere il punto di riferimento di un’ampia coalizione civica che ha puntato sul suo carisma e sulla sua lunga esperienza amministrativa. La sua elezione rappresenta un ritorno alla tradizione politica della città, da sempre terreno fertile per una sinistra riformista e pragmatica.

A Cetraro, roccaforte storica del socialismo tirrenico, Giuseppe Aieta si è imposto con una maggioranza netta. Già consigliere regionale e sindaco, Aieta ha fatto leva su una solida rete territoriale e su un programma che coniuga sviluppo costiero, turismo e attenzione al sociale. Il suo ritorno a Palazzo di Città segna una continuità con il passato e una sfida al tempo stesso: quella di rilanciare un comune strategico per l'intero Alto Tirreno cosentino.

A Paola, città di San Francesco e snodo cruciale tra mare e collina, Roberto Perrotta ha ottenuto la riconferma con una campagna giocata tutta sulla vicinanza ai cittadini e sull’efficienza amministrativa. La sua figura incarna l’equilibrio tra competenza gestionale e identità socialista, in un territorio che ha spesso premiato chi sa coniugare tradizione e concretezza.

Queste tre rielezioni, in un contesto politico frammentato e sempre più dominato da liste civiche, rappresentano un segnale chiaro: la tradizione socialista in Calabria è viva e continua a esercitare un forte radicamento nei territori. Non solo come memoria storica, ma come proposta attuale e pragmatica, capace di parlare alle comunità locali con linguaggio riformista e concretezza amministrativa.

Il ritorno di Principe, Aieta e Perrotta non è solo un fatto politico: è anche una narrazione di resistenza e di radicamento, di una classe dirigente che ha saputo rinnovarsi senza perdere il contatto con la propria storia. E in tempi di disillusione e volatilità politica, questo ritorno al “socialismo municipale” calabrese può essere letto anche come una domanda di stabilità, di identità e di visione locale.

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