Cosenza

Giovedì 02 Ottobre 2025

Regionali, le grandi sfide della Calabria che verrà

Nella terza ed ultima puntata del nostro focus dedicato alle candidate donne debuttanti al Consiglio regionale, abbiamo sentito la voce di due cosentine: Marilena Lanzino (docente universitaria, sorella di Roberta, violentata e uccisa nell’estate del 1988) che corre con il centrodestra di Roberto Occhiuto nella lista di Noi Moderati nella circoscrizione Nord, e Veronica Buffone, del M5S, in campo sempre a Nord con la coalizione progressista guidata da Pasquale Tridico. Ecco i cinque quesiti che, anche in questo terzo e ultimo approfondimento pre-elettorale, abbiamo posto a due esordienti in campo per un posto in Consiglio regionale su temi generali ma anche specifici dell’esperienza in politica per una donna. 1. Cosa l’ha spinta a candidarsi e quali sono i valori che intende portare in Consiglio regionale? 2. Poche donne in Consiglio regionale, soprattutto nelle Circoscrizioni centrale e meridionale. Cosa pensa della questione di genere legata anche alla rappresentanza? 3. Pericolo astensionismo. Come convincere le persone ad andare a votare? 4. Quali sono i temi su cui si impegnerà con più decisione se eletta? 5. Come immagina la Calabria nei prossimi anni e quale contributo pensa di poter dare a questo cambiamento?

Le risposte di Marilena Lanzino

1. La risposta a questa domanda è triplice. Mi presento come donna e come professionista: da anni svolgo con passione il mio lavoro di docente presso l’Università della Calabria e sento il bisogno di mettere questa esperienza al servizio della collettività. Ho scelto di candidarmi nella coalizione a sostegno di Roberto Occhiuto perché credo che abbia dimostrato con i fatti di possedere una visione politica chiara e la capacità di amministrare passando dalle parole all’azione. Sono convinta che in Calabria fosse necessario un percorso di cambiamento non occasionale e superficiale, ma strutturale, difficile e di lungo respiro. Questo processo è iniziato e non deve fermarsi. E, all’interno della coalizione, mi candido con Noi Moderati, in linea con la tradizione del mio attivissimo papà e della mia famiglia; in linea con il senso richiamato dalla etimologia della parola che rifiuta gli eccessi, anche verbali e, nella moderazione, ascolta, propone, si confronta. In Consiglio regionale intendo portare i valori che hanno sempre caratterizzato il mio modo di essere, nella vita personale come in quella professionale: il senso di responsabilità, la dedizione e la passione verso ogni impegno assunto, l’attenzione autentica verso gli altri e, naturalmente, le competenze che ho maturato nel corso della mia esperienza. 2. Credo fermamente nel diritto delle donne alla rappresentanza. Considero la presenza delle donne nelle liste e, successivamente, nei luoghi decisionali come una questione di giustizia e di equilibrio democratico. Sono convinta che il pensiero femminile abbia un valore politico di grande spessore e che il contributo delle donne sia imprescindibile per dare risposte concrete ai problemi. 3. L’astensionismo è oggi uno dei principali avversari della democrazia, alimentato da promesse non mantenute, cambi di schieramento imbarazzanti e un linguaggio politico aggressivo: atteggiamenti inaccettabili per chi crede che la politica debba avere un valore alto e trasparente. Per contrastarlo servono gesti concreti e coerenza. 4. Il mio impegno sarà orientato a temi che considero fondamentali per il futuro della Calabria. La formazione, in particolare, è il filo rosso che unisce molti dei problemi e delle opportunità della nostra regione. Investire nella formazione significa, innanzitutto, garantire ai giovani competenze solide, innovative e spendibili. Ma significa anche creare le condizioni perché queste competenze non vadano disperse: la scuola e l’università devono dialogare con il mondo del lavoro e sostenere la nascita di nuove e moderne imprese, soprattutto nelle aree interne che rischiano lo spopolamento. Un altro grande tema è quello del welfare, che non può essere considerato un settore residuale, ma il cuore pulsante di una comunità solidale. Ritengo fondamentale sostenere l’associazionismo ed il volontariato che, in Calabria rappresentano una risorsa preziosa, spesso capace di colmare vuoti istituzionali con passione ed impegno. Politiche adeguate devono valorizzarne il ruolo, fornendo strumenti e sostegni concreti, perché solo così il welfare diventa realmente inclusivo ed efficace. 5. Immagino una Calabria capace di confrontarsi ad armi pari con le altre regioni italiane, una terra finalmente in linea con i tempi moderni e con le grandi sfide che il futuro ci pone. Negli ultimi anni si è avviato un percorso di rinnovamento che ha permesso alla Calabria di non essere più il “gambero” che arretra, ma una regione che inizia a muovere passi in avanti. Questo cammino non va interrotto: va consolidato, rafforzato e reso irreversibile. In altre parole vedo una regione che, se pur consapevole delle difficoltà, sceglie la strada della concretezza, della responsabilità e della partecipazione. Il mio contributo spero potrà essere quello di partecipare a questo percorso con coerenza, competenza ed un impegno costante al servizio della comunità.

Le risposte di Veronica Buffone

1. Voglio portare in Regione la mia esperienza da amministratrice. Quando si lavora sui territori, a stretto contatto con i veri problemi delle persone, è facile sapersi dare priorità e avere capacità di scelta su cosa davvero conta e cosa no. La povertà in aumento, la difficoltà a garantire il diritto all’abitare, la difficoltà a pagare visite sanitarie o migrazione sanitaria sono le mie lotte quotidiane. Voglio portare un unico grande principio: le persone prima di tutto. 2. Nel 2021 in Calabria sono state elette solo 6 donne su 30 consiglieri: un passo avanti rispetto al passato, ma ancora lontanissimo da una vera rappresentanza. E il dato diventa ancora più grave nelle circoscrizioni centrale e meridionale, dove la presenza femminile è quasi assente. Questo dimostra che non si tratta solo di una questione normativa, ma soprattutto culturale: la politica continua a restare un luogo costruito e pensato a misura d’uomo. Come Movimento 5 Stelle crediamo che la democrazia non possa dirsi compiuta senza piena parità di genere. 3. Questa campagna elettorale mi ha messa davanti al duro confronto proprio con chi oggi si sente deluso dalla politica. Le istituzioni devono ascoltare i cittadini, analizzare il loro sfogo e fare proprie le istanze dei territori. Una politica fatta di spot, lontana dai veri problemi e concentrata su singole categorie fa allontanare le persone. Io ai cittadini sto semplicemente chiedendo fiducia e in cambio assicuro massimo impegno e disponibilità, come ho sempre ho fatto. In molti mi hanno detto “questa volta andrò a votare perché lei mi ha ascoltato e mi ha compreso”. Stiamo facendo, Pasquale Tridico in primis, una campagna fra le persone, nelle piazze, sui territori in tutta la Calabria e il messaggio è chiaro: siamo presenti e vogliamo riportare la politica al suo vero scopo. Non abbandoniamo i territori, creiamo confronto e invitiamo alla cittadinanza attiva. 4. Le mie priorità sono sociale e sanità, perché una società si misura da come sostiene i più fragili: persone con disabilità, famiglie in povertà, chi ha bisogno di dignità e diritti. Da assessora al Welfare a Cosenza vedo ogni giorno le conseguenze delle scelte sbagliate della destra: mancano politiche abitative, un sistema di assistenza efficace e sostegni concreti ai nuclei familiari. Accanto a questo, penso anche alla sicurezza del territorio: la Calabria è ad alto rischio idrogeologico, ma senza prevenzione e aiuti ai Comuni non può esserci protezione civile efficace. Un impegno centrale per me riguarda i diritti delle donne. Per questo ritengo prioritario garantire risorse stabili e sostegno reale ai Centri antiviolenza. Infine, il benessere animale: il randagismo è una piaga che va affrontata con piani seri di sterilizzazione e sensibilizzazione. 5. Innanzitutto immagino la Calabria con Pasquale Tridico presidente: una regione che sappia finalmente mettere al centro lavoro, diritti e sviluppo, quindi una Calabria che non costringe i giovani ad andare via, che valorizza le donne e le competenze, che investe su sanità pubblica, ambiente e innovazione.

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