Due interventi di alta specializzazione chirurgica e particolare complessità sono stati eseguiti, nei giorni scorsi, all’Ospedale dell’Annunziata nelle Uuoocc di Neonatologia e Tin, diretta dal dottor Gianfranco Scarpelli e Chirurgia Pediatrica diretta dal dorrot Fawzi Shweiki.
È stato proprio quest’ultimo ad eseguire gli interventi su due neonati, un bimbo ed una bimba, affetti da gravi malformazioni: uno presentava una malformazione intestinale con atresia estesa a livello ileale e l’altro neonato era affetto da una rarissima malformazione esofagea con atresia completa dell’esofago associata ad atresia anale.
«Le atresie intestinali - spiega il dottor Scarpelli, direttore del dipartimento materno-infantile - sono quadri complessi dovuti ad un arresto del normale sviluppo dell’intestino con conseguente ostruzione e perforazione intestinale con peritonite chimica, come verificatesi in questo caso, molto raro. Le atresie esofagee invece, si caratterizzano per la mancata crescita dell’esofago di cui manca una parte estesa. Nel nostro caso la difficoltà era rappresentata dal ricollegare i due monconi residui. A questa malformazione era associata anche una grave atresia anale dovuta ad un arresto della crescita intestinale che non aveva permesso la formazione dell’ano. Grazie alla diagnosi prenatale effettuata dalla UOC di Ostetrici e Ginecologia che ha seguito entrambe le gravidanze, le malformazioni erano a noi già note».
I due interventi, eccezionali e di estrema complessità, finora sono stati effettuati solo in importanti Centri nazionali di chirurgia pediatrica. Nella fase post-operatoria i due neonati sono stati seguiti nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN).
«l’alto livello raggiunto sia in termini di prestazioni sanitarie offerte, sia per la risoluzione di gravi problematiche neonatali - sottolinea Scarpelli -. I risultati sono stati ottenuti grazie ad un importante lavoro sinergico di equipe svolto in stretta collaborazione tra le Unità Operative di Neonatologia, di Chirurgia Pediatrica, di Ostetricia e Ginecologia».
«Siamo particolarmente soddisfatti - conclude - perché, dopo le diagnosi prenatale, effettuate dall’Uoc di Ginecologia, siamo riusciti a convincere i genitori che i neonati potevano essere curati da noi senza necessità di migrazione sanitaria in altre Regioni».
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