Dopo 101 anni vanno via dal convento dedicato a San Francesco di Paola i padri passionisti. La congregazione dei padri che propagano la passione di Gesù per mezzo di missioni e sacri ministeri abbandona Fuscaldo. Erano giunti in paese nel lontano 1919. Da qualche tempo era rimasto solo il superiore, padre Firmus, che però a breve dovrebbe trasferirsi in Sicilia. L’ultima messa per il saluto ai fedeli è prevista domenica prossima. A contribuire allo stato di cose la lunga trafila per i lavori del convento. La struttura, ricordiamo, è interessata da anni dal dissesto idrogeologico. E solo un anno fa è stata destinataria di un finanziamento di un milione di euro dalla regione. Troppo tardi, in quanto, i passionisti avevano già optato, nell’incertezza sui tempi di recupero, di abbandonare il convento. La crisi dettata dalla carenza di vocazioni è stata acuita da una situazione che per lunghi anni non ha avuto alcuno sbocco. Adesso sarà il parroco di Fuscaldo a preoccuparsi di celebrare messa, nell’attesa di una decisione sull’affidamento della struttura. Appare improbabile che torni all’Ordine dei Minimi. Nel 2015 il già superiore del convento, padre Graziano Leonardo, aveva scritto alla regione insieme all’ingegnere Francesco Gaudio, all’architetto Vito Fragale e al geometra Giacomo Soria, per sottolineare che i fenomeni di instabilità, già evidenziati da tempo, si erano ulteriormente aggravati tanto da compromettere “irreparabilmente la stabilità delle strutture”. All’interno della Chiesa ci sono anche pregevoli opere risalenti al XVI secolo, un motivo, in più, per salvaguardare e tutelare questo luogo di fede, di arte e cultura. Sono presenti inoltre nell’ala conventuale una sala convegni e all'antico chiostro che custodisce anche due biblioteche, una a carattere generale (12mila volumi) ed un'altra specifica. Il convento è il primo devozionale costruito dai fuscaldesi in onore di Francesco di Paola nel 1519.