Vera integrazione è conoscere per riconoscersi. Lo credono i responsabili del Sai-Siproimi di San Basile che nei giorni scorsi hanno fatto partire il progetto "con i piedi per terra" che coinvolge gli ospiti dell'accoglienza internazionale promossa dall'associazione "don Vincenzo Matrangolo". Una esperienza di contatto e conoscenza del territorio per approfondire l'esplorazione del contesto culturale e spirituale che li ospita e promuovere un interscambio tra culture e religiosità senza escludere nessuno. «La volontà - spiega Caterina Pugliese, responsabile del Sai Siproimi di San Basile - è quella di integrare a tutti i livelli ospiti internazionali del progetto e comunità ospitante. Approfondire questa reciproca esperienza di integrazione reale tra le cultura è per noi significativo perché ciascuno dei presenti senta come proprio il territorio dove ha scelto di vivere per un periodo più o meno lungo». Nelle prime uscite le famiglie inserite nella rete internazionale di accoglienza hanno fatto tappa al Monastero Basiliano di San Basile, aperto di recente dopo il restauro a seguito dei danni riportati nel sisma del Pollino, e nella parrocchia di San Giovanni Battista per incontrare i sacerdoti del rito greco bizantino e scoprire i luoghi della spiritualità arbereshe. «Una comunità è tale quando si riconosce attorno a momenti e luoghi simbolo del suo vivere collettivo - ha spiegato il sindaco Vincenzo Tamburi - e ci fa piacere che gli ospiti del progetto possano entrare a pieno contatto con i luoghi della spiritualità biazantina che hanno fatto la storia della nostra collettività. Essere aperti allo scambio culturale e alla conoscenza reciproca è da sempre stato il punto di forza del progetto di accoglienza che abbiamo scelto di sostenere ed accompagnare come amministrazione e siamo certi lo sarà anche in questa nuova ripartenza».