In queste giornate dedicate alla memoria si fatica a ricordare tutti gli atti di eroismo fioriti in mezzo alla Resistenza. Trame che s’incrociano nei ricordi di familiari, parenti e amici e diventano storia in mezzo ai percorsi di crescita civile del paese. «Sarebbe bello ricordare un episodio di generosità e di patriottismo compiuto da alcuni cittadini castrovillaresi», chiede il presidente dell’associazione Città solidale, Gianni Donato. Una storia di coraggio che comincia dalla resa italiana con l’armistizio di Cassibile del 3 settembre del 1943 e annunciato agli italiani cinque giorni dopo dal maresciallo Pietro Badoglio. L’Italia sprofonda nel caos, l’esercito senza più ordini perde uomini tra morti, dispersi e diserzioni. La vendetta di Hitler è immediata. In Italia arriva il generale Rommel a guidare l’operazione Achse. pronta anche la risposta degli alleati. L’offensiva della Royal Air Force britannica inaugura la stagione dei bombardamenti su tutta la Calabria. Anche il Cosentino conosce le atrocità della guerra che in altre parti del paese ha già dispensato orrori. Il lamento delle sirene, in quei giorni, riempie spesso d’angoscia le città indifese e priva di anticorpi. Quel frastuono anticipa sempre l’arrivo degli aerei alleati. E non è mai per motivi di parata. Poco dopo ci sono puntuali esplosioni e urla che riempiono di terrore i rifugi dove uomini, donne e bambini si ammassano. Sette soldati italiani superstiti si rifugiano nella Parrocchia della Trinità, a Castrovillari. Si sentono braccati dai nazisti che continuano nei rastrellamenti. L’arciprete del tempo, don Salvatore Falabella, sa che prima o poi i tedeschi arriveranno anche in chiesa. E così manda a chiamare un suo amico e parrocchiano, Francesco Barletta, oppositore del regime fascista, affidandogli i militari. L’uomo, «già sottoposto a continua vigilanza dai gerarchi – ricorda Donato –», pensa di occultare i soldati nelle soffitte della casa di sua sorella Carmela che viveva con la madre. Le due donne, coraggiose e temerarie, tengono nascosti i militari, rischiando la vita. I tedeschi sfiorano spesso quell’abitazione e ogni volta è il terrore. Poi, con la liberazione di Roma, nel giugno del 1944, i 7 soldati rientrano alle loro case. Una storia che racchiude un’altra storia: il romanzo d’amore nato sotto le bombe tra Carmela Donato, cognata della proprietaria della casa, e Mario, uno di quei sette militari in soffitta. Gianni Donato spiega che i due si sposarono e andarono a vivere in Umbria. Il loro matrimonio fu allietato dalla nascita di tre figli. Carmela è ancora in vita e nonostante i suoi 98 anni ricorda con gioia e malinconia quegli anni di guerra, allietati, però, dallo sbocciare dell’amore con Mario».