L’Isolachenonc’era ha compiuto 20 anni. Lo scorso sabato 22 aprile una grande festa è stata l’occasione per poter riabbracciare tutti coloro che in questi anni hanno fatto parte di questa grande realtà educativa di Cosenza, guidata dalla presidente della cooperativa Iolanda Cerrone. Era il 2003 quando L’Isolachenonc’era trovava uno spazio nel centro cittadino. Puntava ad essere uno dei primi luoghi di feste per bambini oltre che ludoteca e centro servizi per l’infanzia… poi ne sarebbero nati tanti, ma la piscina con le palline, le feste a tema, le prime animazioni avevano già lasciato un segno nei cuori di tanti, bambini e genitori. La scuola nasce qualche anno dopo. A guidare lo staff, che aveva deciso di abbracciare la visione dei soci della cooperativa sociale, è sempre stata la ricerca educativa, un lavoro effimero, a volte difficilmente intellegibile, più un’esperienza da vivere e raccontare quotidianamente. Dopo 20 anni, sono tornati ad abbracciarsi genitori, alunni, insegnanti che hanno continuato a portare dentro quel seme anche se la vita di ognuno ha preso un percorso diverso. Una ciurma di ex isolani è riapprodata sull’Isola: gli occhi furbi dei bambini sono oggi occhi enigmatici da adolescente, gli insegnanti hanno ritrovato l’aria familiare della scuola anche se trasformata. In tanti hanno partecipato alla realizzazione della festa, perché fosse un evento con un occhio al passato e una gamba tesa verso il futuro. Per questo tantissimi fra i nuovi iscritti che già si sentono parte di una grande famiglia hanno voluto prender parte ai festeggiamenti. Dopo 20 anni l’entusiasmo e lo stupore sono rimasti immutati. L’affetto è esploso insieme alle carezze, alle foto ricordo, in aria con le bolle di sapone sopra le teste di grandi e piccini, nell’abbraccio del grande coccodrillo, da sempre mascotte dell’Isola. L’augurio per tutti è stato che questa importante realtà educativa possa continuare a svolgere il suo servizio nella nostra città con lo stesso entusiasmo rimasto immutato in questi lunghi anni e con la stessa voglia di raccontare l’esperienza dell’educare, di generare risonanze emotive capaci di catturare anche i genitori e di costruire un luogo di confronto continuo sul bambino.