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Cosenza, ottanta anni fa la Madonna del Pilerio “pellegrina” a Pietrafitta

Per preservare la venerata icona dalle bombe angloamericane, il 6 settembre 1943 l’arcivescovo Calcara ne autorizzò il trasferimento

Il novenario di preparazione alla festa della Madonna del Pilerio, in corso in questi giorni, venne programmato anche nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale, in linea con la consuetudine che va avanti dal 1607, quando la Vergine Maria, venerata con questo titolo, fu proclamata ufficialmente Patrona di Cosenza.
Ottant’anni fa, però, le celebrazioni all’improvviso, praticamente saltarono, perché proprio in quei giorni la città fu presa di mira dalle “fortezze volanti” angloamericane che spingevano la ritirata delle truppe tedesche verso nord.
Al solito, il novenario doveva infatti iniziare il 30 agosto, ma il 28 nel cielo irruppero gli aerei nemici, che avevano già colpito pesantemente la città quattro mesi prima e tornarono a buttar giù fuoco e fiamme, seminando sangue e distruzione con particolare accanimento. Furono colpite anche diverse chiese fra le quali, quella della Riforma, il cui Crocifisso – rimasto prodigiosamente illeso – in spalla venne portato da un frate cappuccino al santuario di Laurignano.
Questo episodio, oltre che le deflagrazioni, i roghi e le macerie in crescendo attorno alla Cattedrale, spinsero alcuni sacerdoti e religiosi a pensare che era opportuno mettere in salvo anche il quadro della Patrona, custodito allora nel Duomo. Ne parlarono con l’arcivescovo Aniello Calcara, e con il suo assenso il 6 settembre (domani saranno ottant’anni esatti) portarono l’antico dipinto a Pietrafitta, nella chiesa annessa al convento dei francescani minori.

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