In una seduta straordinaria, presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical, si è laureato nella magistrale in “Sociologia e Ricerca Sociale” Francesco Carannante, studente attualmente recluso nel carcere di Oristano. In precedenza, lo stesso studente aveva conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche presso l’Università della Calabria. La carriera di studente di Carannante, iniziata quando era recluso nell’istituto penitenziario di Rossano, si è svolta interamente presso l’Università della Calabria, anche se, da un paio d’anni, era stato trasferito nel penitenziario in Sardegna.
Mentre la seduta della triennale si è potuta svolgere in presenza presso l’Unical, in questa occasione la seduta è stata svolta a distanza con la Commissione riunita presso la sede del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e il candidato in collegamento nell’istituto carcerario di Oristano.
Il candidato ha presentato il suo lavoro di tesi dal significativo titolo “L’università in carcere. Un’indagine tra studenti e volontari/e”, relatrice la Prof.ssa Teresa Grande, correlatrice la Prof.ssa Sabina Licursi. Il candidato, nel suo elaborato, ha presentato i risultati di una indagine svolta fra alcuni studenti detenuti e fra i volontari che svolgono la funzione di tutor per gli stessi studenti reclusi. Nella presentazione, Carannante, ripercorrendo le varie tappe della sua formazione scolastica e universitaria in carcere, attraverso alcuni tratti della sua personale autobiografia, e basandosi sulle evidenze dei risultati dell’indagine contenuti nella sua tesi, ha voluto sottolineare, la fondamentale azione svolta dall’università nel rendere effettivo il principio costituzionale circa la funzione rieducativa del carcere per le persone recluse.
Il conseguimento del titolo magistrale di Carannante, voto finale 110 e lode, è un traguardo importante di un percorso, iniziato oltre 10 anni fa, grazie all’impegno di un gruppo di volontari che svolgevano attività culturali nel carcere di Rossano e, più nello specifico, dall’iniziativa di una volontaria, insegnante in pensione, Adriana Caruso, scomparsa recentemente, che è riuscita a coinvolgere in questo progetto formativo fra i reclusi l’intero corpo docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Questa iniziativa ha dato luogo, successivamente, alla costituzione del Polo Universitario Penitenziario presso l’Università della Calabria che, attualmente, conta ben 74 studenti iscritti in vari corsi di laurea.
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