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Dall'Unical a Sanremo e ritorno: laurea honoris causa a Dario Brunori

Il cantautore calabrese riceverà il titolo nel nuovo corso magistrale in “Scritture, immagini, media digitali”, per il valore artistico e culturale della sua opera

Il legame tra un’università e il suo territorio passa anche attraverso figure capaci di restituirne complessità, voce e immaginario. È in questo orizzonte che l’Università della Calabria ha scelto di conferire la laurea magistrale honoris causa in Scritture, immagini, media digitali a Dario Brunori, in arte Brunori Sas, la cui produzione artistica intreccia racconto personale e visione collettiva. La proposta è stata avanzata dal Dipartimento di Scienze politiche e sociali (Dispes), diretto da Ercole Giap Parini, su iniziativa del Consiglio del corso di laurea coordinato da Olimpia Affuso. Dopo l’approvazione del Senato accademico, presieduto dal rettore Nicola Leone, il procedimento prosegue ora con la valutazione ministeriale, ultima tappa prima della cerimonia ufficiale, prevista per il 2026.

Nel frattempo, Brunori ha accolto l’invito dell’università di dare il benvenuto agli studenti per il nuovo anno accademico, il 22 settembre con una serata evento tra parole e musica nel campus. La relazione con l’Unical e la Calabria è parte integrante del suo lavoro: è qui che si trova il suo studio prove, fonte di molti progetti recenti, tra cui il tour post‑Sanremo. In diverse interviste Brunori ha espresso il suo legame profondo con l’ateneo e il territorio calabrese, scelto come centro affettivo e creativo da cui osservare e raccontare il mondo.

«Con questo riconoscimento, l’Università della Calabria intende valorizzare un’eccellenza espressiva del nostro territorio – ha dichiarato il Rettore – capace di coniugare radici calabresi e linguaggi contemporanei. La presenza di Brunori all’Unical rappresenta non solo un motivo di orgoglio, ma anche un’opportunità concreta per i nostri studenti. La convenzione che regola l’utilizzo degli spazi per le sue attività artistiche prevede l’organizzazione di recital, incontri e seminari, anche con protagonisti del panorama musicale e produttivo nazionale. Un arricchimento formativo importante, in particolare per i corsi legati alla comunicazione e allo spettacolo».

Il riconoscimento arriva in un momento di particolare splendore per l’artista calabrese: reduce dal podio del 75° Festival di Sanremo con il brano “L’albero delle noci”, già disco d’oro e vincitore del premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo, Brunori ha inaugurato un tour di grande successo partito dal Circo Massimo di Roma fino alle principali italiane, che proseguirà con sette date in Europa a dicembre. Una conferma della sua capacità di dialogare con un pubblico ampio, attraversando generazioni e generi.

Brunori riceverà il riconoscimento grazie al suo percorso artistico solido, in cui la scrittura assume forme diverse (musica, teatro, televisione), sempre coerenti e con un’intensa capacità di interpretare il presente. Dagli inizi discografici con Vol. 1 (2009, Premio Ciampi), al racconto teatrale Brunori Srl, e ai programmi televisivi (come Brunori Sa su Rai 3), fino alla canzone “L’uomo nero”, che nel 2018 vince il Premio Amnesty International Italia come miglior brano per i diritti umani. Le colonne sonore realizzate per il film “Odio l’estate” di Aldo, Giovanni e Giacomo sono state premiate nel 2020 con il Nastro d’argento e il Ciak d’oro.

Il corso di laurea magistrale in Scritture, immagini, media digitali, appena attivato nell’anno accademico 2025/2026 e già con un buon numero di domande di iscrizione, si rivolge proprio a chi vuole esplorare la comunicazione contemporanea con un approccio transdisciplinare, critico e creativo. Si studiano i linguaggi audiovisivi e mediali nell’epoca dell’intelligenza artificiale, le forme di narrazione digitale, il ruolo della scrittura nei diversi contesti sociali e culturali, senza trascurare gli aspetti etici e filosofici della comunicazione.

Dario Brunori ne incarna lo spirito in modo autentico, essendo riuscito a trasformare la provincia in visione, la quotidianità in racconto universale, sempre con uno sguardo gentile ed ironico.

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