L’importanza del 3-5-2. Il condottiero rossoblù Piero Braglia non è affatto un allenatore integralista. Nella sua filosofia di calcio, come sta dimostrando nell’esperienza cosentina, la squadra deve essere in grado di assimilare più atteggiamenti tattici. Allo stesso tempo, però, il tecnico di Grosseto non ha mai fatto mistero di prediligere la difesa a tre. Anche quest’anno, al pari della scorsa stagione (culminata con la cavalcata playoff vincente), alla fine della giostra, il Cosenza è tornato al 3-5-2. Una scelta non banale, anche perché il mercato che opererà il ds Trinchera dovrà tener conto di come Braglia prediligerà schierare i rossoblù nel girone di ritorno. Se c’è un reparto in cui il direttore sportivo salentino può dormire sonni tranquilli è la difesa centrale. Idda, Dermaku e Legittimo rappresentano una garanzia di impermeabilità. Al trio titolare di fine 2018 si aggiungerà presto il rientrante Capela. Tra i pali, invece, dopo le esperienze negative di Saracco (destinato a un prestito in C) e Cerofolini (tornerà alla Fiorentina), il Cosenza affiancherà a Perina un portiere esperto. Puggioni del Benevento, ex Reggina e Chievo, sembra il profilo giusto. Il ds Trinchera si muoverà anche per rendere più scorrevoli le corsie. A destra, certo l’addio di Bearzotti (al Monza tramite il Verona), capitan Corsi resterà isolato e un fluidificante di destra serve come il pane. Magari che possa agire anche sulla fascia sinistra per poter far rifiatare D’Orazio (anche se sulla corsia mancina c’è sempre l’opzione Legittimo). E il centrocampo? Servirà rinforzarlo con una-due pedine (alla luce degli addii di Verna, verso al Pisa, Varone e Schetino). Palmiero è ridiventato il regista titolare ma non ha alternative, così come Bruccini (in attesa che torni Trovato dall’infortunio). Mungo e Garritano, invece, sono destinati a contendersi una maglia nella seconda fase del campionato. Sul taccuino di Trinchera c’è sempre Schiavone del Venezia, già inseguito in estate.