Da oggi inizia il campionato di serie B per il Cosenza di Guarascio-Goretti-Zaffaroni. Sì, perché la sosta del campionato di B offre l’occasione di colmare – più o meno – i gap che si erano formati con le altre 19 squadre cadette dopo la sentenza che ha riportato i “lupi” nella categoria tanto amata dai tifosi a inizio agosto. Uno scarto tecnico (mancano ancora 6 giocatori all’appello) tattico (Zaffaroni ha dovuto assemblare una squadra nuova di zecca) e atletico (dopo aver iniziato il ritiro con un mese di ritardo). Tutto lecito? Davvero il Cosenza non avrebbe potuto raccogliere qualcosa in più di tre sconfitte (con due figuracce) su tre gare? No, qualcosa in più si poteva fare, invece il presidente Guarascio si è adagiato su un “alibi” comodissimo (mai come quest’anno). Avrà elaborato più o meno questo pensiero (già, pensiero, perché di affermarlo direttamente – alla luce della sua reticenza a confrontarsi con la stampa – non se ne parla proprio…): “Ho mantenuto la categoria grazie a un’attenzione particolare al bilancio, non avrebbe avuto senso costruire una squadra senza avere certezze sul campionato da cui ripartire”. Riflessione legittima, se non ci fosse lo “storico estivo” (ma anche invernale) a inchiodare il patron di fronte alle proprie responsabilità. Il Cosenza si è sempre ridotto all’ultima settimana di mercato per “chiudere” la squadra. Soprattutto in cadetteria. L’era Trinchera – sotto questo profilo – è stata una continua corsa contro la clessidra, sperando di poter trovare i tasselli giusti. A maggior ragione, a causa della tiritera serie B-serie C, anche la gestione avviata dal ds Goretti è all’insegna dell’inseguimento. Il problema, in sostanza, è atavico: perché essere costretti a strappare i contratti più convenienti a poche ore dalla chiusura delle trattative? Da via degli Stadi la risposta (anche qui dobbiamo ipotizzarla attingendo al famigerato storico…) è sempre la stessa: negli ultimi giorni i “prezzi” sono più convenienti. Peccato che, spesso, ai “saldi” si è costretti a prendere ciò che passa il convento, senza possibilità di scegliere. E a volte capita che non si possa prendere… neanche quello. Come due anni fa, quando il Cosenza si presentò ai nastri di partenza senza attaccante, salvo poi ripiegare sullo svincolato Riviere (che dopo il lockdown si è rivelato un affare, ma era arrivato comunque da quarta scelta una volta “saltati” Nzola, Rosseti e Tupta). Fine degli “alibi”. A ogni modo, da oggi – dicevamo – fino alla prossima partita (il 12 settembre, prima gara casalinga contro il Vicenza) ci sono quindici giorni per rimettersi in carreggiata. Ma prima bisognerà mettere a disposizione di Zaffaroni cinque-sei giocatori da inserire tra i titolari (un portiere, uno-due centrocampisti, un esterno destro e due attaccanti; anche la difesa va comunque puntellata). Nel frattempo – si spera – torneranno a disposizione anche Bittante e Gerbo, rispettivamente “padroni” della fascia sinistra e della mediana (centro-destra). Dopo l'acquisto di Vigorito la porta è in mani sicure. C’è attesa anche sulla riposta della Lazio per Anderson (corsia di destra). Per il resto, tutto può succedere, perché – si sa – nelle ultime giornate di trattative è il mercato che va incontro al Cosenza e non viceversa. Quando si fa spesa sfruttando i saldi, non può andare che in questo modo.