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Cosenza chiamato a ripartire per spezzare il tabù vittoria

Nel prossimo match con l’Ascoli sarà importante verificare la condizione di un gruppo ormai fermo da quattro settimane

Un nuovo inizio per lasciare in fretta la complicata situazione attuale. È l'obiettivo che accompagna il Cosenza a due giorni dal ritorno in campo a distanza di un mese dall'ultima volta. La speranza è che la sosta, quella programmata e quella a cui a costretto il Covid-19, abbiano potuto creare un cortocircuito nello spogliatoio rossoblù, facendo dimenticare il nefasto rendimento avuto nella seconda parte del girone di andata. Un cammino costellato da appena una vittoria a fronte di due pareggi e sette sconfitte. L'ultimo successo risale addirittura a quasi tre mesi fa (27 ottobre). Roberto Occhiuzzi pertanto deve lasciare il segno soprattutto sotto l'aspetto psicologico, come gli riuscì durante il lockdown al quale il Cosenza giunse con dei numeri drammaticamente simili a quelli odierni. In quella circostanza, i rossoblù erano reduci da un periodo in cui ad otto sconfitte era riuscito ad opporre soltanto un'affermazione e un risultato “patto”. Da quella situazione, Occhiuzzi - che intanto subentrò a Pillon - riuscì a venire a capo con straordinaria autorevolezza conquistando una serie di prestazioni che hanno consentito alla formazione silana di guadagnare l'attenzione di testate internazionali.

La difficoltà aggiuntiva è costituita dalla grossa incognita della condizione fisica al termine di un periodo in cui il lavoro non è stato affatto continuo. Il piano fisico si presentò come uno dei punti di forza di quella cavalcata. I rossoblù devono recuperare la brillantezza dei giorni migliori in queste poche ore che lo separano dall'Ascoli, reduce dal blitz esterno di Terni alla ripresa del campionato.

Rinascita Palmiero. La corsa salvezza passerà anche attraverso la “primavera” di Luca Palmiero. Il centrocampista napoletano in questi suoi primi mesi nella sua avventura bis a Cosenza non è riuscito ad essere quel calciatori ai cui standard aveva abituato con Piero Braglia. Il calciatore ha ancora quattro mesi di tempo per invertire la rotta esprimendo in campo la leadership che gli è stata tributata con la fascia di capitano. Il passaggio al 4-3-1-2 potrebbe beneficiarlo malgrado, nel giorno della sua presentazione, il tecnico lasciò intendere che il problema non consisteva nel sistema di gioco quanto piuttosto andava ricercato in altre dinamiche, principalmente mentali. Il classe 1996 ha bisogno di sentirsi importante e la possibilità di toccare più palloni per alimentare la costruzione del gioco dovrebbe aiutarlo a sentirsi un perno fondamentale dello scacchiere tattico. L'Ascoli poi è un ottimo avversario per iniziare la metamorfosi. Il napoletano non ha mai perso in carriera contro i bianconeri. Contro di essi, quando è sceso in campo, ha ottenuto due vittorie e tre pareggi (in un'altra occasione non è sceso in campo per un infortunio al ginocchio tuttavia il “suo” Pescara si è imposto per 0-2).

Minelli e Panico sono ai saluti

Nelle prossime ore la società rossoblù definirà altre due operazioni in uscita. Alessandro Minelli e Ciro Panico lasceranno il Cosenza. Il primo rientrerà alla Juventus U23, da cui era arrivato in prestito insieme a Mattia Del Favero nel corso della scorsa estate, per poi essere girato alla Pro Vercelli. Sarà soltanto un arrivederci invece quello di Ciro Panico che con i rossoblù ha firmato un contratto fino al 2024 negli stessi giorni in cui arrivavano i due bianconeri e la creatura di Goretti cominciava a prendere forma. Il terzino sinistro ex Potenza sarà girato in prestito alla Juve Stabia. La trattativa sembrava dovesse essere definita nella prossima settimana ma ora i tempi appaiono maturi.

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