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Il Cosenza resta ancora un cantiere

Qualche problema in difesa, Matosevic da applausi, davanti c’è da lavorare tanto

Matosevic, portiere del Cosenza

Il progetto “Cosenza” è ancora in cantiere. La sfida con un avversario di caratura superiore ha esaltato pregi e soprattutto difetti dell’attuale rosa. Per Davide Dionigi la notizia migliore del “Dall’Ara” è presto detta: le squadre di serie B non hanno la qualità del Bologna, squadra di fascia media della massima categoria.

Pacchetto arretrato. Soprattutto Vaisanen ha faticato a contenere Marko Arnautovic, in predicato di trasferirsi al Manchester United. Il finlandese si è arrangiato come ha potuto, a volte utilizzando le mani per fermare l’attaccante bolognese, bravo tecnicamente e con uno strapotere fisico non indifferente. Di giocatori così l’ex Chievo Verona e Crotone non ne ritroverà più fino al termine della stagione. Il giocatore, al contrario, è stato intelligente per mettere in pratica il credo di Dionigi, orientato su duelli individuali e creazione della superiorità. In tre occasioni si è sganciato dalla propria area di rigore per andare a creare un 3 contro 2 sul lato sinistro del campo, a ridosso dell’area di rigore emiliana. Anche questo aspetto rimarca l’assenza di un mancino utile sia come braccetto sia come centrale. La difesa del Cosenza, tuttavia ha mostrato qualche defaillance quando la squadra di Sinisa Mihajlovic ha cercato un gioco più arioso, coinvolgendo De Silvestri e Lykogiannis. I cross da quinto a quinto hanno sorpreso in più di un’occasione Ciro Panico, titolare per necessità e destinato a lasciare i rossoblù da qui alla fine del mercato.

Nel primo tempo, grazie ad una buona dote di sacrificio degli attaccanti esterni (Brignola e D’Urso), ha mantenuto quasi sempre due linee vicine da quattro, ma la squadra di Dionigi è andata in affanno in due casi sulle verticalizzazioni del Bologna.

Matosevic maturo. Krjstian Matosevic è stato sicuramente il migliore in campo del Cosenza. La stagione del portiere in possesso del passaporto sloveno e croato è cominciata come la scorsa: da protagonista. Anche in questa circostanza ha compiuto nove parate. Lo stesso numero di interventi rispetto al match con la Fiorentina di un anno fa, quando ha fatto il suo debutto assoluto con la maglia dei “lupi”. Questa volta però ha tenuto in partita i suoi fino alla fine. L’estremo difensore ha dei limiti nelle uscite ma ha confermato di essere abbastanza sicuro tra i pali. Da qui anche la decisione di Roberto Gemmi di trattenerlo e non cedere all’assalto del Perugia. Il diesse deve ancora trovare una sistemazione a Vigorito, rimasto tagliato fuori dalla lista dei convocati.

Qualità. I rossoblù devono aggiungere qualità e raggiungere lucidità. Il maggiore tasso tecnico del Bologna si è imposto. La differenza tra le due squadre si è palesata facilmente nei numeri. I silani non hanno mai calciato in porta (dieci volte lo hanno fatto i rivali) e sono stati anche più imprecisi. Questo è risultato evidente nei passaggi (73% di precisione, sceso al 40% per ciò che concerne i lanci lunghi, contro l’87% dei bolognesi) e soprattutto nei cross. Il Cosenza ha messo il pallone al centro in 20 occasioni (contro i 25 dell’altra rossoblù) ma nessun rifornimento è risultato preciso. Di fatto, Larrivey non è mai stato utile in zona gol. Ha provato a spizzare il pallone (vincendo 4 duelli su 10) ma toccando pochissimi palloni (lo ha fatto solo 21 volte). Serve introdurre al più presto un esterno mancino e aggiungere elementi di spessore in mezzo per dare maggiore impulso al gioco.

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