Nell’ultimo confronto interno dell’anno solare, il Cosenza deve giocare per un solo risultato: la vittoria. Per cancellare il passo falso di Venezia e i recenti pareggi, servono i tre punti per allontanarsi dal terzultimo posto. Equilibrio, fisicità e qualità. Anche Viali è perfettamente consapevole del momento: «Dobbiamo fare di tutto per tornare alla vittoria. Ultimamente abbiamo raccolto meno di quanto prodotto. La prestazione da area ad area non è mancata neppure al “Penzo” ma il risultato è determinato da ciò che avviene da una parte e dall’altra negli ultimi sedici metri. Ed è in essi che dobbiamo migliorare, sia in fase offensiva sia in quella difensiva. Dobbiamo fare un salto di qualità nelle due aree di rigore perché i dati espressi nella scorsa partita sono stati positivi. Dobbiamo essere più determinati e cinici. La colpa dei risultati è mia ma i giocatori devono assumersi la responsabilità di fare certe giocate, senza caricarsi di alcuna spada di Damocle». Il tecnico ha poi commentato le convocazioni di Florenzi e Gozzi. «Parliamo della chiamata per uno stage, non una convocazione vera e propria ma è comunque motivo di grande orgoglio e soddisfazione per tutti. Non vi racconto però le prese in giro che hanno subito nello spogliatoio». Infine, sull’Ascoli: «Hanno un organico competitivo, con cinque difensori tecnicamente titolari. Anche a centrocampo ed in attacco hanno la possibilità di cambiare tanto. Affronteremo una squadra molto dotata fisicamente, dovremo pareggiare questo aspetto. Faremo le nostre scelte tenendo conto anche equilibrio e qualità». Silenzio. Al “Marulla” si prospetta una cornice di pubblico modesta in termini di affluenza malgrado l’iniziativa “porta un amico in curva”. “Catena” e “Bergamini” hanno inoltre programmato una protesta civile da inscenare nei primi quindici minuti della sfida in seguito a quanto successo nelle ultime ore. Sono stati gli stessi sostenitori silani a chiarire la situazione. «Pensavamo potesse esserci un limite alla vergogna di questa società e questo presidente che da anni mortificano tutta la tifoseria cosentina, ma evidentemente ci sbagliavamo. Non bastava l’ennesimo campionato pietoso, con una squadra messa in piedi ancora una volta con i saldi di fine mercato che sta sprofondando sempre più in fondo alla classifica, come ampiamente prevedibile. Adesso il presidentissimo Guarascio ha deciso anche di chiudere la bocca ai tifosi e agli ultras che lo contestano. Una multa è stata notificata ad uno dei nostri lanciacori per aver osato intonare un coro offensivo, accompagnata da minacce di Daspo. Del resto l’imprenditore lametino non è nuovo a gesti di questo tipo. Staremo in silenzio per i primi 15 minuti. Un silenzio assordante, che serva a far riflettere su quale sarebbe l’atmosfera nel nostro stadio senza la spinta e la passione del suo pubblico. Dopodiché inizieremo a tifare per i nostri colori, a sostenere la squadra e a contestare questa società, come abbiamo sempre fatto in questi anni e come faremo fino a quando avremo fiato in gola. Il Cosenza è del suo popolo», ha scritto ieri il gruppo “Anni Ottanta”. «Sono ormai anni che la società del Cosenza, guidata dal suo presidente, assume atteggiamenti imbarazzanti. Ciò che non si può tollerare assolutamente è la limitazione della libertà di espressione. Invitiamo tutti coloro i quali prendono posto in curva Sud a restare in silenzio per i primi 15 minuti della partita. Il Cosenza è della sua gente e del suo popolo e la libertà di espressione non deve essere toccata», hanno sottolineato gli Ultrà Cosenza 1978 Curva Sud.