Una volta di più, il Cosenza ha inaugurato il nuovo calendario con una lista di buoni propositi per il nuovo anno solare. Nella prima parte del 2023, i rossoblù devono farsi perdonare l’ultima posizione con cui sono arrivati al giro di boa dopo la sconfitta con il Cagliari di Santo Stefano, la terza consecutiva. Anche il 2022 è stato povero di soddisfazioni. In 39 giornate, i silani hanno collezionato un bottino povero costituito da 8 vittorie, 12 pareggi e 19 ko. Questo significa che i tifosi bruzi sono stati costretti a gustare l’amaro della sconfitta nel 49% delle partite disputate (la percentuale dei successi è appena del 21%). Numeri che dovrebbero invitare ad una riflessione profonda nello scranno al vertice della società di via degli Stadi. Per difendere il «patrimonio» della serie B il presidente Eugenio Guarascio deve trovare una strada differente altrimenti si continuerà a vivere delle solite sofferenze e di un rischio che in nessun caso può essere “calcolato”. Semmai affidato alla Provvidenza. La profonda scollatura tra società e ambiente ha la sua radice profonda in questi dati. Da quando ha fatto ritorno nella cadetteria, il Cosenza ha cambiato una cifra enorme di tecnici, direttori e giocatori per riproporre il solito refrain di risultati modesti. Oggi riapre ufficialmente il calciomercato e i silani si presentano ad esso con la solita lingua penzoloni, sperando di fare tesoro di ciò offrirà la sessione di compravendite per mettersi in salvo alla disperata. Da quando si è seduto al tavolo della B, il club silano è stato simile a quello studente discolo che aspetta gli ultimi giorni per trasformare i voti precedentemente accumulati, nel tentativo di recuperare poi le materie “pendenti” dopo le vacanze natalizie. Un anno fa sono stati diciotto i calciatori che hanno preso il treno per e da Cosenza (10 ingressi e 8 uscite). Quest’anno, per provare a riproporre il ribaltone, si prospetta un numero di movimenti altrettanto importante nelle dimensioni. Il 2023 comincia con i soliti scenari. Un canovaccio che la tifoseria da tempo ha evidenziato di non gradire. Sintomatico di ciò è il numero di presenze al “Marulla”, diminuito drasticamente nel giro di pochi mesi. Dai 9.229 spettatori con il Modena del 21 agosto (seconda giornata) si è arrivati ai 2.822 della gara del 18 dicembre contro l’Ascoli. In quattro mesi sono evaporati 6.407 tifosi: una contrazione del 69%. Scoramento che ha chiaramente dei risvolti anche sul piano economico poiché si è anche transitati dai 95mila euro incassati contro gli emiliani ai poco meno dei 20mila entrate nelle casse per la sfida con i marchigiani. La piazza non vuole essere trattata da “cliente”, l’amore per il Cosenza non può essere banalizzato né strumentalizzato.