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Cosenza calcio, dopo le parole (servirebbero) i fatti. Guarascio, i tifosi non ci cascano

Gliel'hanno prima suggerito e poi urlato a tal punto da perdere la voce (ma anche la passione e, forse, la speranza). Ma da quell'orecchio il presidente del Cosenza calcio proprio non vuole sentirci: Guarascio resta al timone del club rossoblù a dispetto dei santi. E soprattutto della tifoseria che si è arroccata da tempo dietro a questa posizione: “Presidente, si faccia da parte”. Parola più, parola meno, il sentimento generale è questo. Poche, pochissime le voci fuori dal coro. Anche l'incontro odierno promosso dal sindaco Franz Caruso a Palazzo dei Bruzi (al cospetto di alcuni tra gli amministratori di altri comuni cosentini) ha messo in evidenza un dato su tutti: il cuore della tifoseria - la curva Nord e la curva Sud - non intende sedersi a tavolino con il patron. La rottura è ormai sanabile solo... con l'addio di Guarascio.

Nel corso dell'incontro (occasione per esprimere profondo cordoglio per la prematura scomparsa del tifoso Michele Ceraso), Guarascio ha ribadito al primo cittadino di non aver mai ricevuto proposte concrete per la cessione della società.

Una posizione forte è stata espressa anche dalla rappresentanza dei supporter rossoblù presente a Palazzo dei Bruzi (il Centro coordinamento club). Neanche loro gradiscono la gestione della società, così come i Daspo che hanno “colpito” alcuni tifosi. Un mix letale che ha contribuito a svuotare lo stadio "Marulla". E il presidente Guarascio? Ha ribadito che farà di tutto per salvare la squadra e rendere competitiva da qui alla fine del mercato. Naturale che l'abbia detto. Sarebbe stato assurdo il contrario, ovvero se il presidente del Cosenza si fosse presentato al cospetto degli altri ospiti di Palazzo dei Bruzi sventolando la bandiera bianca di chi si è arreso. La sensazione fortissima (eufemismo) è che si sia trattato di un modo per stemperare il clima di rassegnazione che si è creato intorno al Cosenza calcio. Dichiarazioni di facciata. E a completare il mercato dei miracoli ci sarà ancora una volta un direttore sportivo, Gemmi, in scadenza di contratto (potere contrattuale limitatissimo in sede di trattative, come se non bastasse già la posizione di fanalino di coda). Ecco perché i tifosi non ci cascano, anche perché dal basso dell'ultimo posto in classifica, stavolta, riemergere rappresenterebbe un qualcosa di sportivamente miracoloso. E di imprese sportive, condizionate dalla buona sorte, ne ha compiute parecchie il Cosenza (salvezza incredibile post-pandemia, ripescaggio nella stagione successiva e vittoria dei playout al filo di lana nella scorsa annata). L'impressione è che la dea bendata, stavolta, guarderà altrove, presentando invece uno scontrino pesantissimo a chi ha giovato fin troppo del suo sguardo benevolo.

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