Da qualche giorno a Morelli, un piccolo paese alle porte della città di Cosenza, si è concluso il tradizionale “Torneo dei Quartieri”, organizzato dall’Oratorio San Giovanni Paolo II.
Il torneo è una competizione di calcio a 5 che vede impegnati gli abitanti del paese suddivisi nelle 6 squadre per i quartieri di provenienza. La peculiarità di questo torneo è che giovani e adulti giocano nella stessa squadra. Spesso sono padri e figli, suoceri con o contro i loro generi, in un mix di esperienza calcistica, goffaggine dovuta all’età e bravura giovanile creando momenti esilaranti e altri di bel calcio giocato. Nello spirito che caratterizza lo stile dell’oratorio, il calcio viene considerato non solo come mera competizione agonistica in cui bisogna eccellere in virtuosismi atletici ma deve aggregare le persone, essere accogliente e inclusivo. Questo è stato il motivo che ha spinto a voler formare le squadre con persone di età e capacità sportive diverse, proprio per sottolineare la bellezza del gioco di squadra. Lo scopo del torneo è quello di creare dinamiche di amicizia che sorpassano il tempo del gioco di una partita e diventavano rapporti significativi e duraturi da continuare a condividere nella vita quotidiana della comunità.
Il torneo è ripreso quest’anno dopo lo stop e l’isolamento forzato a causa del covid e ha suscitato un grande entusiasmo. Ha visto la partecipazione di un folto pubblico sugli spalti del campo sportivo, costituito per lo più dai familiari dei calciatori che hanno osservato divertiti le gesta atletiche dei giocatori in campo facendo il tifo per i loro congiunti. Finalmente siamo tornati a vivere attimi di normalità perduta e adesso ritrovata e vissuta con maggiore consapevolezza, senza dare per scontato la bellezza dello stare insieme.
Lo sport, soprattutto il calcio, suscita sempre grandi emozioni, ha la forza di aggregare tante persone come poche altre cose, aiuta a sentirsi parte di un determinato contesto sociale: così una piccola partita di calcio diventa veicolo di partecipazione e inclusione. Lo sport aiuta a mettersi in gioco non solo in campo ma nella vita di tutti i giorni, ci si allena con spirito di sacrificio per superare i propri limiti; il gioco di squadra ci fa andare oltre i propri egoismi e favorisce la lealtà nell’amicizia e nel rispetto degli altri. Ecco perché diventa importante lo sport praticato negli oratori, nelle parrocchie e nelle scuole: sport e vita possono illuminarsi a vicenda, in modo che lo sforzo di superarsi in una disciplina serva anche da stimolo per migliorare come persona spendendo la vita per ciò che vale davvero e dura per sempre.
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