Ben 34 giornalisti sotto assedio ogni 1.000 iscritti all’ordine contro i 6 del Piemonte e gli 8 della Lombardia e i 12 del Lazio. Situazione peggiore soltanto per la Basilicata. A Cosenza e Reggio Calabria il maggior numero di casi registrati. Gli avvertimenti e le aggressioni fisiche in testa alle categorie di minaccia. è quanto emerge da uno studio dell’Istituto Demoskopika che ha elaborato i dati dell’Osservatorio “Ossigeno per l’Informazione” dal 2011 ad oggi e presentati presso la sede dell’ordine dei Giornalisti della Calabria a Catanzaro dal presidente di Demoskopika Raffaele Rio e dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Giuseppe Soluri. Sono 89 i giornalisti minacciati a vario titolo in Calabria, pari al 2,8% del dato nazionale, su un totale di ben 1.276 persone. Un dato che piazza la Calabria sul podio delle minacce alla libertà di informazione in Italia, preceduta, di poco, soltanto dalla Basilicata con 39 “operatori dell’informazione”. Oltre il 70 per cento dei condizionamenti a danno di giornalisti sono stati rilevati nei territori provinciali di Cosenza (37,1%) e di Reggio Calabria (365) rispettivamente con 33 e con 32 giornalisti minacciati. A seguire, gli avvertimenti, le aggressioni fisiche, le denunce e le azioni legali hanno interessato, in maniera meno rilevante, la provincia di Catanzaro con 16 casi pari al 18%. In coda, le aree provinciali più ridotte: Vibo Valentia con il 5,6% del totale complessivo regionale di giornalisti minacciati e Crotone con il 3,4%. Il maggior numero di giornalisti minacciati si concentrano nei giornali con un peso di 84,3 punti percentuali sul dato complessivo regionale. Significativo, inoltre, anche le intimidazioni a vario genere subìte da chi racconta il “vissuto calabrese” attraverso le emittenti televisive e radiofoniche: è del 12,4% il dato emerso analizzando lo storico delle minacce e dei condizionamenti “osservati”. Infine, tra i media soggetti a minacce compaiono quelli legati al web, i libri e le case editrici con il 3,3%. «Quello dei giornalisti minacciati in Calabria - dichiara il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri - è un problema che desta grande allarme sociale. é infatti sintomatico dei gravi condizionamenti cui è ancora oggi soggetta la nostra regione in tutti i settori della vita politica, economica e professionale. L’iniziativa di Demoskopika è utile per sottolineare questo allarme e per fornire un quadro statistico che non può non far riflettere quanti considerano la libera informazione come un elemento indispensabile per la crescita civile e sociale di una comunità ». «Non è pensabile – commenta Raffaele Rio per l’Istituto Demoskopika – che numerosi giornalisti calabresi, seppur con livelli di gravità differenti, si trovino a dover subire intimidazioni a vario titolo soltanto per aver esercitato il dovere di cronaca. I numerosi episodi di operatori dell’informazione minacciati, per ultimo il caso di un giornalista calabrese costretto a muoversi sotto scorta, rilancia, in tutta la sua gravità, il problema della limitazione alla libertà di informazione e di incremento dei livelli di aggressività nei confronti degli operatori dell’informazione calabresi. La quotidianità di chi lavora nella carta stampata, nelle emittenti televisive e radiofoniche, nelle agenzia di stampa e nei media online dovrebbe ricevere un maggiore attenzione da parte delle istituzioni ai vari livelli. L’Istituto Demoskopika – conclude Raffaele Rio – mette a disposizione l’esperienza dei suoi ricercatori per istituire insieme agli stakeholder dell’informazione in Calabria, un Centro di monitoraggio e di rilevazione annuale delle aspettative, delle preoccupazioni e del vissuto del mondo dell’informazione regionale».