Emergenza rifiuti a Cosenza, stop alla raccolta: da venerdì cumuli anche in provincia - Foto
Cosenza è un fronte di guerra, una città che combatte con i suoi rifiuti abbandonati un po’ ovunque, per strada o tra le aiuole. Da giorni la raccolta è ferma e in giro crescono le gobbe marce di monnezza che si allungano e s’allargano, salgono e scendono senza regole. E diffondono miasmi. I vapori stordiscono, i colori dei sacchetti si mescolano a quelli tradizionali di questo periodo. Il sistema dello smaltimento in generale è al collasso, le discariche sono quasi tutte esaurite. La Regione fatica a gestire l’intero ciclo dei rifiuti che non si completa proprio perché manca l’ultimo passaggio, quello nelle buche. L’ultimo grande black-out a settembre. Una crisi che il governo calabrese superò con l’ordinanza che consentiva la riapertura di alcune discariche e pianificava una nuova rete di impiantistica pubblica per il trattamento degli scarti delle abitazioni domestiche. Ma da allora le cose non sono cambiate e sullo sfondo si annunciano festività difficili. Sotto l’albero a Cosenza, ma non solo a Cosenza, i cittadini potrebbero trovare come regali montagne di spazzatura non smaltita. E Babbo Natale rischia di perdersi nella monnezza. Le poche certezze su una possibile soluzione vacillano. Gli impianti sono saturi e l’Ato 1 non riesce a liquidare l’80% del debito dei comuni. Troppe morosità. L’indebitamento più alto è di Palazzo dei Bruzi. A seguire altri centri. Complessivamente, i ritardi vanficano gli sforzi di quegli enti locali che per sistemare le pendenze sono indietro con stipendi e servizi secondari. E così, adesso, l’emergenza rischia di estendersi in altri comuni dell’Ato Cosenza. Ieri, “Calabra Maceri”, uno dei colossi aziendali della gestione integrata del ciclo dei rifiuti nel meridione ha comunicato con una nota la paralisi della raccolta in altri centri del Cosentino. L’atto, firmato dal manager Crescenzo Pellegrino, è stato notificato ai sindaci di Rende, Castrovillari, Montalto, Castrolibero, Belvedere, Casali del Manco, San Lucido, Rose, Celico, Zumpano, Marano Marchesato, San Fili, San Vincenzo La Costa, Pietrafitta, Carolei, Dipignano, Guardia Piemontese, San Nicola Arcella, San Benedetto Ullano, San Martino di Finita e Cerisano. In questi centri, già venerdì si fermerà la raccolta e lo smaltimento di rifiuti residuali (Rur) e frazione organica (Forsu). L’impianto di contrada Lecco riceverà rifiuti fino a domani. Poi, le porte si chiuderanno. Fino a quando non si sa. Nella lettera, Pellegrino chiarisce come non vi sia al momento "sbocco per lo smaltimento degli scarti di lavorazione che restano giacenti nei nostri impianti e li intasano ogni oltre ipotesi di stoccaggio. Inoltre, non si hanno notizie del reintegro della delega dei pagamenti da parte della Regione Calabria fino al prossimo 31 dicembre, sembra per insufficienti versamenti a favore di quest’ultima sulle previsioni sottoscritte". Calabra Maceri chiede aiuto agli stessi Comuni di fornire indicazioni "circa la possibilità di conferire in altri impianti i Rur e la Forsu che raccogliamo sui vostri territori". Ma le cattive notizie non sono finite. Il blocco della raccolta avrà un effetto devastante anche sull’occupazione perché – Pellegrino avvisa i sindaci – «il personale in forza sullo specifico appalto sarà sottoposto alle procedure di mobilità secondo le procedure previste per legge». È l’inizio di una delle più grandi crisi di sistema che la Calabria e i calabresi siano mai stati chiamati ad affrontare. Il nuovo governatore è avvisato.