Il maltempo sferza il litorale cosentino, comuni del Tirreno distrutti dalle mareggiate - Foto
Tre violente mareggiate hanno spazzato in poco più di un mese il litorale del Cosentino. Le onde che hanno raggiunto un’altezza di nove metri non hanno trovato ostacoli e hanno messo in ginocchio borghi marinari e strutture balneari. La giunta regionale si riunirà oggi a Catanzaro per chiedere, con molta probabilità, al governo centrale lo stato di calamità naturale per i comuni colpiti dall’eccezionale mareggiata del 23 dicembre. Sul Tirreno cosentino la situazione è ancora una volta catastrofica. Il mare si è abbattuto, accompagnato dalle raffiche di scirocco, sulle abitazioni, sui lungomari, su arterie primarie e secondarie e sulle strutture balneari lasciando macerie. Appena dieci giorni prima i marosi aveva fatto grossi danni al litorale. Ad aprire le porte dell’inverno, sul Tirreno cosentino, è stata l’eccezionale mareggiata del 10 novembre. Il mare in quell’occasione ha “sfrattato” 17 famiglie dal condominio Cava in località Messinette a Fuscaldo. E ha lasciato rovine sul litorale coinvolgendo in particolare i comuni di Cetraro, Acquappesa, Tortora e Amantea. Da nord a sud la situazione si sta aggravando ad ogni ondata di maltempo. Si sta compromettendo gravemente l’esistenza del settore turistico balneare. La prossima stagione si rischia la crisi. Gli operatori sono costretti a riparare e a rimettere in sesto quello che era stato costruito appena qualche mese prima. Il termometro della criticità di questa situazione è indicato dalle centinaia e centinaia di metri di spiaggia spazzati via dalla furia delle onde. I frangiflutti non proteggono, né tanto meno tutelano, e la costa viene sfregiata ad ogni mareggiata. Sarà un’estate con i cerotti per tanti balneari e le ripercussioni rischiano di farsi sentire. La Calabria e il settore tirrenico in particolare è tra i più colpiti in Italia. Sotto accusa sono così finiti gli interventi programmati e realizzati dalla regione nel medio Tirreno cosentino. In particolare quei centri ricadenti nel progetto organico di difesa che partendo da Paola coinvolge Fuscaldo, Guardia Piemontese, Acquappesa, Cetraro e Bonifati. Gli interventi non sono ancora completi, le barriere in alcuni casi sono state danneggiate e la necessità di provvedere a nuovi interventi è improcrastinabile. È chiaro come strategie precise al momento non ve ne sono. Un primo sopralluogo alle case e alle strutture balneari di Tortora, Scalea e Diamante, gravemente danneggiate dall'ultima violenta mareggiata, è stato effettuato dagli assessori regionali Franco Rossi e Roberto Musmanno alla presenza del sindacato regionale balneari. Antonio Giannotti segretario regionale del sindacato balneari si è soffermato sui grossi danni sul territorio. Tuttavia ha apprezzato l’impegno dell’amministrazione regionale per la sensibilità nel raccogliere l’appello di sindaci e imprenditori visionando di prima persona i paesi più colpiti . «L’impegno è di illustrare la situazione in giunta già oggi (30 dicembre). E quindi di richiedere lo stato di calamità naturale per ripartire al più presto con un processo preciso di riqualificazione». Il drammatico precedente è di appena un anno fa. Dopo la catastrofica mareggiata del 21 marzo 2018 il presidente della regione, Mario Oliverio, aveva costituito una unità di crisi guidata dall'assessore alle infrastrutture Roberto Musmanno e composta dai dirigenti dei dipartimenti regionali, dal commissario di Calabria verde Aloisio Mariggiò e dall’ex dirigente protezione civile Carlo Tansi. A seguito di una dettagliata analisi delle aree maggiormente colpite per una ricognizione dei danni e per assumere le iniziative necessarie, l'esecutivo aveva deciso di richiedere al Governo lo stato di calamità naturale per i danni causati dal maltempo su tutto il Tirreno cosentino. I comuni però a distanza di 21 mesi ancora non hanno visto quelle ingenti risorse di cui avrebbero avuto bisogno, così come gli operatori turistici balneari, costretti a organizzare la stagione estiva con tutte le difficoltà del caso.