Cosenza

Sabato 23 Novembre 2024

Il dominio dei Presta sulla Valle dell'Esaro: «Pure alla ’ndrangheta fanno pagare...»

Antonio Presta
Roberto Presta
Vincenzo Santamaria
Sergio Cassiano
Salvatore Miraglia
Rocco D’Agostino
Roberto Iantorno
Roberto Eugenio Gallo
Remo Graziadio
Raffaele Sollazzo
Michele Fusaro
Mauro Marsico
Massimo Orsini
Mario Palermo
Marco Patitucci
Luigi Gioiello
Lorenzo Arciuolo
Giuseppe Presta
Giuseppe Palermo
Giovanni Sangineto
Giovanni Garofalo
Giovanni Domenico Petta
Giampaolo Ferraro
Francesco Iantorno (classe ’84)
Francesco Iantorno (classe ’78)
Filippo Orsino
Fabio Giannelli
Erik Grillo
Domenico Cesare Cardamone
Damiano Diodati
Cristian Garita
Cristian Ferraro
Attilio Martorelli
Antonio Pacifico
Antonio Orsini
Antonio Giannetta
Alessandro Avenoso

Boss emergenti, capi declinati, interi paesi occupati. E tanta droga. La Valle dell’Esaro era diventata un abisso senza luce, schiacciata dalla ’ndrangheta che lì comandava su tutto. Comandava anche sulle vite degli uomini che, evidentemente, erano abituati a ripiegare nella rassegnazione fatalistica di un esistente che si riteneva irrimediabile. Lì la malavita si era fatta Stato imponendo le sue leggi e i suoi affari. Come in un labirinto i fili dell’inchiesta coordinata dal procuratore antimafia, Nicola Gratteri, sono corde che vibrano in mezzo alle tante storie di ragazzi che si imbottivano di quella schifezza che arrivava da Roggiano. Giovani e meno giovani che, per non avere rogne, compravano lo stupefacente venduto dai Presta. Come dimostra l'operazione di ieri contro le organizzazioni criminali operanti nella Valle dell'Esaro: 45 le persone arrestate nel quadro di un blitz coordinato dal procuratore distrettuale di Catanzaro. Una ’ndrangheta - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - forte sul territorio ma non abbastanza nei confronti del clan padrone di Cosenza e di diversi mandamenti della provincia. E la mancanza di rispetto avrebbe fatto innervosire il clan dell’Esaro. Nuvole d’ira che Roberto Presta ha fatto evaporare nel nome degli equilibri da mantenere. A cominciare da quelli legati alla gestione del narcotraffico, il ramo principale del business di famiglia dei roggianesi.

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