Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

Cosenza, Occhiuto tesse le lodi della città. E il prete: “Vogliamo parlare delle buche?”

Siparietto social
Via 24 Maggio
Via 24 Maggio
Via 24 Maggio (zona ztl)
Viale Parco
Via Aragona
Autostazione
Autostazione
Corso Fera
Corso Fera
Corso Fera
Corso Fera
Corso Fera
Corso Fera
Zona due fiumi
Piazza Loreto
Piazza Loreto
Piazza Loreto
Cuneetta Portapiana
Muro di contenimento a Portapiana
Soprelevata
Soprelevata
Segnaletica particolare su via Montesanto
Via Montesanto
Via Montesanto
Via Montesanto
Via Montesanto
Via Montesanto
Via Negroni
Via Panebianco
Via Panebianco
Via Popilia
Viale Magna Grecia
Viale Magna Grecia
Viale Magna Grecia

Rispolverare l’antagonismo Peppone-don Camillo e riproporlo “alla casereccia” sarebbe come voler esacerbare dei toni di quello che in realtà è stato un semplice... siparietto social. Ma proprio in quanto tale (social) è avvenuto sotto gli occhi del popolo del web, sempre attento, sempre a caccia dello scoop o del like sospetto. Quando poi a entrare in contatto - tutto regolare, senza la necessità di esibire alcun cartellino - sono “potere spirituale” e “potere temporale” la portata è servita su un piatto d’argento. Veniamo ai fatti e... ai personaggi. Nella giornata di ieri il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, tesse le lodi della città che si pregia di rappresentare in qualità di primo cittadino. «Una città europea» che si è guadagnata una vetrina sulle reti nazionali. Perentoria la risposta del sacerdote della diocesi Cosenza-Bisignano, don Mario Ciardullo (parroco di Carolei): «Le buche le hanno fatto vedere pure?». Pronta anche la controreplica del sindaco: «Le buche verranno riparate come avviene ogni anno dopo la stagione delle piogge: è necessario che lo permettano le condizioni climatiche». Una risposta convincente? A ogni modo Don Mario Ciardullo ha precisato di non avere nulla contro il primo cittadino di Cosenza. Ma contro le buche... sì. Di sicuro quello che si sta verificando a Cosenza negli ultimi giorni, soprattutto a causa dei forti acquazzoni, ha reso la vita impossibile agli automobilisti e ai pedoni: impraticabili sia le stradine secondarie che le arterie principali.

Il tour della vergogna

Non c’è tratto che non abbia subito danni dopo le intemperie d’inizio settimana. Il sindaco, già prima... del post, aveva annunciato di aver approntato un piano di ripristino del manto stradale. Peccato che fino al termine della famigerata stagione invernale ci sia ancora un mese abbondante di patimenti (senza considerare che la conclusione dei lavori non sarà istantanea) per pedoni e automobilisti che non ne possono più di gimcane, né tantomeno di rischiare di arrecare danni ai propri mezzi. Per informazioni chiedere all’autista del pullman che, sempre nei giorni scorsi, è rimasto incastrato in una buca talmente profonda (in zona stazione dei treni, a Vaglio Lise) da dover chiamare i mezzi di soccorso per liberare il bus dalla morsa della strada.

I tratti più disastrati

Perché Cosenza sarà anche una città europea, ma l’itinerario che conduce al gotha internazionale è costellato da buche. In alcuni casi da profondi crateri. Da viale Parco alla zona dell'autostazione e e da via Aragona, passando per via 24 Maggio e piazza Loreto, fino ad arrivare a via Panebianco prende vita la... groviera bruzia. E che dire di corso Fera? Un autentico colabrodo. Via Montesanto, poi, già vessata dal restringimento di carreggiata per via della corsia riservata agli autobus e con i parcheggi in doppia fila, fa storia a sé. Anche la periferia (come via Popilia) non scherza. Viale Magna Grecia per larghi tratta è una strada a tutti gli effetti, per altri un terreno buono per l'enduro. Portapiana merita un capitolo a parte: anche qui la strada non è granché regolare, ma ciò che balza all'occhio e il muro di contenimento che “accoglie” gli automobilisti: oltre a essere un obbrobrio estetico, restringe parecchio la carreggiata. Sarà anche europea - la città dei bruzi - ma il manto stradale è di serie C, in attesa che il restyling inizi. Vuoi vedere che aveva ragione don Camillo? Pardon, don Mario Ciardullo.  

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