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Cosenza, il disastro pandemico e la strage nella Calabria settentrionale

Il disastro e la strage. Quarantasette morti in dieci giorni, reparti ospedalieri saturi di pazienti, pronto soccorso in perenne emergenza e senza personale, campagna di vaccinazione confusa e a rilento complicata dai paradossi prodotti dalla tragicomica "piattaforma" di prenotazione: è il disastro pandemico che investe l'area settentrionale della Calabria.

Un disastro  raccontato pure da altri numeri, quelli che riguardano il personale medico e infermieristico. Un esempio? Nel Pronto soccorso dell'Annunziata di Cosenza, il più grande e importante ospedale della provincia, lavorano solo sette medici mentre dovrebbero essere 22. Complessivamente nell'Azienda ospedaliera del capoluogo bruzio mancano 300 unità lavorative nel settore sanitario che nessuno ha ancora reclutato.

Il grido di allarme più forte si è alzato nelle ultime ore dalla presidente della Commissione consiliare sanità di Cosenza, Maria Teresa De Marco, che ha espresso grande preoccupazione per come si sta fronteggiando questa situazione di grave emergenza. La De Marco ha citato il caso di un suo paziente (la presidente della commissione sanità è medico di professione) che, purtroppo, è deceduto all'Annunziata mentre sostava in ambulanza davanti al nosocomio. “E stato un giorno intero in pronto soccorso prima di spirare – ha detto la Presidente De Marco. Non è stato possibile trasferirlo in terapia intensiva. Ieri in Ospedale c'erano 30 pazienti in pronto soccorso e 20 ambulanze fuori – ha detto De Marco nel descrivere la situazione.

Ogni volta che muore un paziente per noi medici è un pezzo del nostro cuore che se ne va”. Rivolgendosi al commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera, Isabella Mastrobuono convocata in Commissione, la presidente De Marco ha sottolineato la necessità di rendere al più presto agibile l'ospedale cittadino  "Mariano Santo" per trasferirvi tutti i pazienti covid, così come l'esigenza di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. “I medici del pronto soccorso – ha aggiunto De Marco - sono dei veri eroi perché non ce la fanno e lavorano in condizioni quasi disumane. E non sono 15, ma soltanto 7”. La Presidente della commissione sanità si è inoltre chiesta “quante visite specialistiche e quanti interventi chirurgici non sono stati effettuati? Fino a due anni fa le sale operatorie attive erano 8 all'Annunziata. Oggi sono 4. I pazienti oncologici sono costretti ad andare fino a Napoli per fare una PET. E' inconcepibile. I cittadini hanno bisogno di aiuto e noi dobbiamo darlo. Non esiste neanche un numero dedicato per le famiglie che non sanno che fine fanno i loro parenti. Vogliamo fatti, le parole, ormai, non servono più”.

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