Il Generale di Corpo d'Armata Giuseppenicola Tota, Comandante delle Forze Operative Sud, che ha comandato dal 2004 al 2007 il 18° reggimento Bersaglieri e il 1° Reggimento bersaglieri di Cosenza, ha ricevuto nel pomeriggio di oggi, nel salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, la pergamena della cittadinanza onoraria che il Comune di Cosenza, aderendo all'indicazione del Presidente nazionale dell'ANCI Antonio De Caro, ha conferito al Milite Ignoto. Il prossimo 4 novembre ricorrerà il centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell'Altare della Patria. Con la conclusione del primo conflitto mondiale, nel corso del quale avevano perso la vita circa 650 mila militari italiani, il Parlamento approvò la legge n1075 dell'11 agosto 1921 per la sepoltura a Roma, sull'Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra. Questo consentì alla popolazione di identificare una persona cara in quel militare sconosciuto. Nel corso degli anni quel soldato voluto come “di nessuno” è divenuto “di tutti”, quale simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e, successivamente, di tutti i caduti per la Patria. Ad accogliere il generale Tota a Palazzo dei Bruzi, il Sindaco Mario Occhiuto. Nel corso di una breve cerimonia cui hanno partecipato, tra gli altri, il Generale di Brigata Massimiliano Quarto, comandante della Brigata bersaglieri “Garibaldi” di Caserta, il Colonnello Massimo Scotti, Comandante del primo reggimento Bersaglieri di Cosenza e il Vice Presidente dell'Associazione Bersaglieri di Cosenza, Cav. Sandro Frattalemi, il Sindaco Occhiuto ha consegnato al Generale Tota la pergamena con le motivazioni della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”. Ha rappresentato e rappresenta tutti i figli d'Italia che con il sacrificio della propria vita hanno sublimato i valori di coraggio e fedeltà alla Nazione. In ricordo di tutti i soldati ignoti dispersi in guerra”. Nel suo intervento il Sindaco Occhiuto ha espresso gratitudine all'esercito per il grande contributo che ha dato alla città di Cosenza nel corso dell'emergenza pandemica. “Lo abbiamo avuto accanto – ha detto Occhiuto - in modo puntuale e tempestivo. L'esercito italiano ha portato prontamente a Cosenza la struttura campale, dando assistenza ai nostri concittadini”. A proposito del conferimento della cittadinanza al Milite Ignoto Occhiuto ha sottolineato che, “con il Presidente dell'ANCI De Caro abbiamo voluto dare il segno della vicinanza dei Comuni italiani all'Esercito per la ricorrenza dei cento anni della traslazione all'Altare della Patria del Milite Ignoto. E' un onore per la nostra comunità avere tra i cittadini la figura del Milite ignoto”. Il Generale Tota ha ringraziato il Sindaco Occhiuto e tutta la cittadinanza di Cosenza “che – ha detto -abbiamo sempre sentito vicina. Con una punta di orgoglio – ha aggiunto - devo dire che il primo reggimento bersaglieri è forse il più bel reggimento che abbiamo in Italia. La caserma dove è ospitato è uno scrigno con questi tesori (il riferimento è stato fatto ai militari che lo hanno accompagnato a ritirare la pergamena della cittadinanza onoraria), ma soprattutto – ha aggiunto Tota - c'è un'umanità che è difficile trovare da altre parti”. E a questo proposito ha citato l'esempio di Monica Graziana Contrafatto, appartenente al corpo del primo reggimento, che ha vinto una medaglia alle ultime due paralimpiadi e che “è una di quelle ragazze del reggimento che dovrebbe essere più valorizzata”. A tal proposito il Generale Tota ha invitato l'Amministrazione comunale ad invitarla a tornare a Cosenza per presentarla alla cittadinanza, “perché è un bell'esempio di donna, di militare, di soldato”. Infine Tota si è posto la domanda se ha ancora senso parlare oggi di milite ignoto a cento anni dalla traslazione. “Secondo me sì – si è dato la risposta - perché quel milite ignoto non è solo il soldato ignoto della prima guerra mondiale, ma assume un significato più universale identificandosi con chi ha fatto il suo dovere, in silenzio, e nessuno gli ha mai riconosciuto niente. Ma questo accade ogni giorno, anche quando noi operiamo per il Covid”.
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