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Maturità a Cosenza, “promossa” la seconda prova

Gli studenti hanno apprezzato il compito, specifico per ogni indirizzo, che quest’anno è stato preparato dalla commissione interna. La versione di Latino, le funzioni di Matematica e i progetti di Elettronica giudicati «abbastanza fattibili» dai ragazzi. Adesso si continua a studiare per affrontare l’orale

Gli studenti cosentini “promuovono” a pieni voti la seconda prova dell’esame di maturità che si è svolta ieri mattina con una «novità». Infatti, il ministero della Pubblica istruzione ha deciso – anche in considerazione degli ultimi due anni vissuti in pandemia – che la seconda prova, quella cioè specifica per ogni indirizzo, fosse scelta dalla commissione interna di ogni Istituto e che, quindi, tenesse conto del programma svolto per quella materia da tutte le quinte classi della scuola. Così, la seconda prova – che è anche la più temuta perché per ogni studente la prova di Maturità di Matematica o di Greco e Latino rimane sempre un incubo – quest’anno non è stata più ministeriale, come invece è avvenuto mercoledì per la prova di Italiano. Questo, da un lato, aveva tranquillizzato gli studenti per ché sicuramente sarebbe uscito un argomento inserito nel programma studiato; ma dall’altro lato qualche maturando temeva che, magari, i loro professori fossero troppo severi. Ma, dopo quasi sei ore, ieri mattina gli studenti cosentini sono usciti da scuola soddisfatti. «Fattibili» i compiti di Matematica allo Scientifico; la versione di Latino al Classico e le prove specifiche degli altri indirizzi.
Infatti, rispetto alla formula tradizionale degli esami di Maturità quest’anno sono state nuovamente inserite le prove scritte ma è scomparsa la terza prova, quella del test multidisciplinare che era un po’ lo spauracchio di tanti ragazzi. Francesca Fragomene del liceo scientifico “Scorza” era stanca, ma tranquilla per essersi impegnata al massimo: «La prova di Matematica era abbastanza fattibile. Non c’era Fisica ed era incentrata su Derivate, Integrali e studio di Funzioni. Ho apprezzato l’idea di fare gli esami in presenza anche perché così è stato possibile confrontarci e vivere questa esperienza tutti insieme».

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