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Castrovillari, tragedia del Raganello: agli atti l’agenda delle escursioni

Entra nel vivo il processo sulla sciagura del Raganello. Una lunghissima maratona – circa sette ore di prova dibattimentale – ieri sera ha definito la giornata più lunga di un procedimento che sta tentando di inquadrare eventuali responsabilità in ordine alla morte di dieci persone: furono tutte travolte, il 20 agosto del 2018, da un'onda di piena che ieri è stata rievocata, soprattutto per quanto concerne la sua forza distruttiva, attraverso la testimonianza del primo dirigente del Corpo dei vigili del fuoco di Cosenza,  Massimo Cundari e dal comandante della Stazione dei Carabinieri forestali di Civita, Giorgio Papaianni. I due testi, tutti in forza all'accusa, sono stati completamente pressati, quasi bombardati dalle difese sui regolamenti di protezione civile; sulle competenze degli Enti sul braccio superiore del torrente; su circa 16 allarmi gialli che caratterizzarono le fasi di avvento alla sciagura vera e propria; sul numero effettivo dei punti di accesso al canyon; sui rapporti intercorsi dalle società che organizzavano le escursioni o passeggiate all'interno delle gole; sui piani di protezione civile (alcuni scaduti) dei comuni finiti sotto processo davanti alla Seconda Sezione penale presso il Tribunale di Castrovillari.
Presso località Ponte del Diavolo, in particolare, furono 32 gli escursionisti o semplici liberi escursionisti che stavano percorrendo la parte superiore delle Gole del Raganello. Tutti vennero travolti dal fiume in piena, quindi trascinati nell'area di confine tra i comuni di Civita da Francavilla Marittima.

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