Cosenza, i molteplici interessi delle ’ndrine. Dal calcetto alle tv fornite in corsia LE FOTO DEGLI ARRESTATI
I clan prenditutto. Nulla, infatti, doveva rimanere incontrollato, persino uno sport praticatissimo come il calcetto doveva finire sotto l’egida di “mammandrangheta”. Così, almeno, è quanto sostengono i magistrati antimafia. Già, perché l'attenzione delle consorterie “confederate” si era pure concentrata sugli impianti sportivi. Uno in particolare: quello affidato dal Comune di Cosenza alla “Asd Amici del calcetto” nell'area di Vaglio Lise. Si tratta di un impianto sportivo polivalente con campi di calcetto e annesso punto di ristoro di cui – a parere dei Pm della Dda – era fittiziamente titolare Alessandro Cariati ma che sarebbe in effetti riconducibile a Mario Piromallo, detto “Renato”, Giuseppe Piromallo e Massimo Maione. I magistrati ipotizzano che attraverso la “Asd” sarebbero stati reimpiegati proventi illeciti provenienti dalla “bacinella” della consorteria. E pure l’ospedale più grande e importante della provincia, meta quotidiana di centinaia di persone e luogo di sofferenza per i tanti pazienti ricoverati ed i loro accompagnatori, non poteva non diventare fonte di guadagno. Come? Dando in locazione apparecchi televisivi e sedie sdraio. Significativa in tal senso una figura individuata dagli investigatori, quella di Francesco Stola. I collaboratori di giustizia lo indicano come uomo vicino a Roberto Porcaro con il quale, oltre a condividere un’amicizia di lunga data, avrebbe un rapporto di dipendenza. Stola, infatti, si impegnerebbe nella raccolta del denaro provento delle attività estorsive poste in essere dal gruppo. Ma non solo. L’indagato, oltre ad aver gestito ufficialmente un bar a Cosenza, eserciterebbe, in maniera non autorizzata, il noleggio di sdraio e televisori ai familiari ed alle badanti dei degenti ricoverati nel grande plesso sanitario bruzio dell’Annunziata. E per esercitare le mansioni di “locatore” Stola avrebbe diviso l’ospedale in zone di competenza con i fratelli Ivan e Davide Volpintesta che esercitano la stessa attività. Questi ultimi - come emergerebbe da alcune intercettazioni e secondo quanto dichiarato dal pentito Adolfo Foggetti - sarebbero costretti a “pagare”, una sorta di “pizzo” per svolgere i loro compiti.
Aste truccate
Soldi e immobili. Nel dicembre del 2019, le cosche “confederate” sarebbero intervenute per far recedere un imprenditore dall'acquisto all'asta convocata davanti al giudice di pace di Cosenza, di alcuni immobili. Beni cui erano interessati familiari di “uomini di rispetto”. L'aggiudicatario, nonostante avesse versato un acconto, fu avvicinato e indotto a recedere previo versamento delle somme che aveva in precedenza erogato.
Finanziamenti pubblici
L’inchiesta rivela pure delle truffe messe in atto per intercettare fondi pubblici. Una di queste coinvolge il consulente aziendale Andrea Mazzei, legato a Porcaro, intercettato nell’Alto Tirreno cosentino mentre organizza una messinscena per raggirare l’ispettore inviato a compiere verifiche. L’obiettivo è ottenere soldi. Mazzei, arrestato ieri, poteva contare, a parere dei Pm, sulle preziose informazioni di Maria Rosaria Ceglie, dipendente di “Invitalia”, finita adesso ai domiciliari. Per imagistrati tra i due esisteva un presunto sinallagma corruttivo.