Cosenza

Mercoledì 27 Novembre 2024

Terremoto al Comune di Rende, divieto di dimora per Manna: 24 misure, 3 arresti NOMI

 
 
 
 
 
La sede del Comune di Rende

Turbativa d'asta, falso e corruzione: sono le ipotesi di accusa contestate dalla Procura di Cosenza a politici, imprenditori e tecnici comunali di Rende. I carabinieri della compagnia di Rende e del comando provinciale di Cosenza hanno notificato 24 provvedimenti cautelari firmati dal gip, Piero Santese, su richiesta del procuratore capo, Mario Spagnuolo e dei pm Margherita Saccà e Giuseppe Visconti. L'indagine condotta dagli investigatori dell'Arma ricostruisce una serie di affidamenti diretti e di gare decisi dal Comune rendese per compiere interventi nell'area urbana cittadina. Si tratta, in particolare, della pulizia del fiume Surdo, del completamento del Palazzetto dello Sport, degli interventi di manutenzione del Castello normanno, della sistemazione della piazzetta "Padre Pio" al Villaggio Europa, dell'affidamento a cooperative sociali del Centro per anziani di via Tocci e del Centro diurno per minori di Quattromiglia, della gestione del servizio per trasporto dei disabili, delle concessioni per l'occupazione di suolo pubblico nel Parco Giorgelli, della realizzazione della rete fognante in contrada Ospedale, dei lavori di riqualificazione sociale della zona Viale dei Giardini - Villaggio Europa, degli interventi di adeguamento sismico del comune di San Vincenzo La Costa. Tre indagati sono stati assegnati agli arresti domiciliari, agli altri sono state invece applicate misure interdittive variabili dai 4 ai 12 mesi.  Sequestrate sei aziende operanti nel settore dei lavori edili, tutte con sede a Rende o Cosenza. La magistratura inquirente contesta, inoltre, ipotesi di scambio di favori per ottenere sostegno elettorale. I capi d'imputazione contestati dalla Procura di Cosenza sono 68. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta vi sono il sindaco di Rende, Marcello Manna, cui è stato imposto il divieto di dimora nella città che amministra; il vicesindaco Annamaria Artese, segretaria cittadina del Partito democratico, interdetta per 9 mesi dalle funzioni pubbliche; l'ex assessore Pino Munno, posto agli arresti domiciliari; i dirigenti comunali Francesco Minutolo, interdetto dalle funzioni per un anno e  Roberta Vercillo, interdetta per 6 mesi;  l'imprenditore Massimino Aceto, posto agli arresti domiciliari; il funzionario del comune di San Vincenzo La Costa, Giovanni Motta, assegnato agli arresti domiciliari; gli imprenditori Massimo e Michele Mirabelli e Alessandro Sturino, interdetti dall'esercizio imprenditoriale per un anno.

Coinvolto anche il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Iacucci

Complessivamente sono 72 i soggetti indagati. Tra questi c'è anche l'attuale vicepresidente del Consiglio regionale, già presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. Nell'elenco degli indagati, tra gli altri, figurano anche il notaio di Belvedere Marittimo, Stanislao Amato e l'ex consigliere comunale di Rende, Franchino De Rango. Misure interdittive sono state inoltre disposte nei confronti degli imprenditori e tecnici Emilio e Gianluca Bruni (9 mesi); Pietro De Rose e Pietro Salituro (9 mesi); Francesco Garritano (12 mesi); Roberto Beltrano (9 mesi) Luigi Rovella (9 mesi); Giuseppe Rende (9 mesi); Aurelio Perugini (6 mesi); Andrea Sorrentino (6 mesi); Danilo Luca Borrelli (12 mesi); Franco Borrelli (12 mesi) Bruno Marucci (12 mesi). Nell'inchiesta risultano indagati pure due finanzieri che avrebbero dato informazioni all'imprenditore Massimino Aceto in ordine a delle verifiche fiscali in corso. I due finanzieri sarebbero stati scoperti e denunciati dai loro stessi colleghi del comando provinciale di Cosenza. Le società poste sotto sequestro sono: Aceto Group srl, Marp Costruzioni, Coimm sas, Redimix, Tecnoimpianti e Marian Mirabelli srl. Tutti gli indagati si professano innocenti e tali sono da considerarsi fino all definizione della vicenda giudiziaria.

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