“Non basta un solo giorno per ricordare”, infatti il Polo Tecnico Scientifico “Brutium” di Cosenza ha organizzato diversi eventi sulla Shoah, coinvolgendo tutti gli studenti dei vari indirizzi di studio ad esso afferenti, curvando i vari incontri, iniziati nel mese di dicembre, focalizzandoli su svariati aspetti del più cruento genocidio della Storia del ‘900, purtroppo non il solo, assieme a quello degli Armeni, del Ruanda, in Cambogia!
I ragazzi hanno discusso dell’Ebraismo in Calabria, colloquiando con l’Ambasciatrice di pace dell’International Peace Federation, Miriam Jaskierowicz Arman, la quale vive attualmente fra Israele e la città di Reggio Calabria. Miriam, una brillante donna impegnata a diffondere la pace fra le giovani generazioni, è nata nella Germania del dopoguerra da genitori sopravvissuti ai campi di concentramento, immigrati poi in America. Ha vissuto in molte parti del mondo: Israele, Italia, Ungheria, Svizzera, Ucraina, Polonia, Romania, Russia, Slovenia, Messico, Sud America e altrove. La sua vita è stata un caleidoscopio di attività: poetessa, scrittrice, pittrice, “pegagogista vocale” e la sua priorità vitale è la costante attività umanitaria e filantropica sul dialogo inter-religioso. Il suo messaggio di pace è stato ascoltato dagli stessi ragazzi il 27 gennaio scorso, per tramite della Presidente dell’Associazione “Italia-Israele” di Cosenza, Prof.ssa Lucia De Fiore, in occasione della visita della sezione ebraica del cimitero di Cosenza, durante la quale la scuola si è resa disponibile , in sinergia con le Istituzioni locali, a realizzare un progetto di recupero dell’area, contenente 18 lapidi con la ben nota “Stella di David”, simbolo dell’Ebraismo e delle sue speranze, una delle quali, posta più in alto rispetto alle altre, appartenente a Gustav Brenner, ebreo austriaco, famoso editore, internato nel campo di Ferramonti di Tarsia, il quale morì a Cosenza a soli 58 anni.
I figli Walter e Pina sono ancora oggi testimoni della storia del padre che, grazie al loro racconto, è diventata anche la nostra storia. E’ ciò che è emerso nell’Aula Magna del nostro Istituto, allorquando Pina Brenner, con una voce fioca, rotta dall’emozione, ha raccontato ai ragazzi, silenziosi e attenti, la storia della sua infanzia e il ricordo della sofferenza del padre, i ricordi personali e la memoria, quindi, l’unica che, se resa collettiva e condivisa, “può salvarci dal ripetere errori così gravi e drammatici”.
Offrire ai giovani questa opportunità di conoscenza del passato , attraverso i testimoni, anche se indiretti, è il modo più efficace di rendere la scuola protagonista, riannodando il nesso fra storia e memoria attraverso il dialogo tra le generazioni per trarne i dovuti insegnamenti.
A ciò è stato dedicato il dibattito organizzato con il Prof. Giuseppe Ferraro, Coordinatore della Commissione didattica ICSAIC e la criminologa Nunzia Procida che hanno parlato delle varie sfaccettature del termine “ pregiudizio” dal punto di vista storico, antropologico, psicologico, ideologico, trattando la “questione della razza” attraverso documenti storici e iconografici del tempo.
Al Post Shoah e al libro testimonianza “Israele e Palestina- Schede sintetiche per una visita culturale o religiosa” scritto dal Dott. Antonio Butera, “sul campo”, grazie ai suoi studi, alla passione per i viaggi, alla curiosità di conoscere popoli e culture senza preconcetti è stato dedicato l’ultimo( ma non ultimo!) incontro in programmazione.
La storia attuale della Terra Santa, culla delle tre Religioni monoteiste, le Religioni del Libro: Ebraismo, Cristianesimo ed Islamismo spiegata attraverso le fotografie scattate in questo racconto di viaggio, ha offerto ai ragazzi presenti, spunti di storia, geografia, archeologia, teologia, arte, gastronomia, attualità, politica, di quella parte del mondo in cui risiedono “le nostre radici religiose”.
E’ stata l’occasione per parlare di dialogo tra religioni, sulla base dei valori comuni della pace, del rispetto della vita, della solidarietà, come è stato sottolineato alla fine della giornata da Don Giacomo Tuoto, Vicario episcopale per la Pastorale sociale, la promozione umana e la cura delle fragilità della nostra Diocesi.
All’inizio del terzo millennio, nel mondo percorso da troppi conflitti e violenze, talvolta sfiduciato e incapace di scrutare gli orizzonti della speranza e della pace, “urge” riproporre la via del dialogo, dell’attraversare le parole, del costruire “ponti” e la scuola, quale comunità educante, luogo della formazione delle coscienze critiche, operose e responsabili, ha il compito di alimentare i cuori e le menti delle giovani generazioni verso la costruzione di un futuro condiviso, in cui l’uguaglianza, il rispetto reciproco e il bene comune, siano i presupposti per la realizzazione di un “nuovo umanesimo”.
Non basta un solo giorno per far ciò… probabilmente non basta una vita intera!
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