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Fiera di Cosenza, la carezza della primavera agli ambulanti del commercio

Oggi ultimo giorno della rassegna. Tanta gente tra gli stand, volano anche i gadget rossoblù

La Fiera tramonta oggi dopo giornate intense, piene di voci, di gente e di sole. Qui a Cosenza, l’omaggio a San Giuseppe e ai papà coincide con un evento che, a dispetto dei suoi otto secoli di vita, è più vivo e vitale che mai, e conserva intatto il suo fascino. Certo, cambiano i luoghi, le vetrine espositive, ma il suo significato non muta. Per tutti resta “a’ Fera”, la festa di primavera che si è radicata nella tradizione di questa città. Quei tre chilometri del circuito commerciale ritagliato sull’ultima porzione del viale Mancini sembrano, addirittura, un posto nuovo, diverso. Ma in fondo, è lo stesso. Ed è sempre uguale pure il senso di questa gigantesca expo all’aperto, tanto cara ai cosentini. Una formula che continua a rivelarsi efficace anche per esorcizzare la crisi di un settore, quello dell’ambulantato, che prima il Covid e, poi, la guerra hanno spinto sull’orlo del crac. Timori che sfumano in mezzo all’immenso serpentone variopinto che s’allunga tra piante, dolciumi, quadri, porcellane, mobili, libri, capi d’abbigliamento, giocattoli, ferramenta, borse, calzature e bigiotteria in bella mostra. Ben 569 espositori che interpretano la rassegna seguendo un copione strettamente personale. C’è chi si accontenta di vendere e basta e chi s’inventa uno show, a metà strada tra una televendita e una recita a teatro. Facce da fiera. Del resto, il segreto del successo della Fiera di san Giuseppe rimane il contatto diretto con il pubblico. Un contatto animato, tra sorrisi e allegria. Una euforia collettiva che ieri è stata corroborata dalla vittoria del Cosenza a Frosinone. Roba da wow. Chiedere riscontri alla bancarella con le sciarpe e i gadget rossoblù.

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