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Il centro storico continua a perdere pezzi FOTO

Dopo l’ufficio postale di corso Telesio che da mesi ha abbassato la saracinesca chiude la banca. Disagi per il mancato avvio di alcuni importanti lavori: la viabilità da anni è in ginocchio su via Petrarca (tra i Tredici Canali e Guarassano), corso Vittorio Emanuele e Portapiana

Centro storico, anno zero. Non hanno dubbi al Comitato di piazza Spirito Santo. «Non bastano poche luci per rianimarlo», afferma senza mezzi termini Giannino Dodaro, «servono interventi complessi per il recupero della parte vecchia della città. Con tutto il rispetto per l’oratorio di San Gaetano e per la Casa delle Culture o se vogliamo andare oltre per gli insediamenti di via Molicella, dall’altra parte della città, si sarebbe dovuta dare priorità ad altri cantieri rientranti nel Cis e in Agenda Urbana. E poi nessuno parla del recupero sociale ed economico di questa parte della città e delle decine di edifici pericolanti dove vivono spesso in modo illegale nuclei familiari di diversa etnia. Quasi il 30% secondo alcuni dati che abbiamo raccolto al Comitato sono extracomunitari oppure provenienti dal villaggio Rom smantellato a Vaglio Lise dalla vecchia amministrazione comunale. Va bene l’accoglienza, ma dobbiamo tenere conto anche del degrado che regna in questa parte della città».
Ragionamento giusto considerato che dopo l’annuncio dell’apertura dei primi cantieri non si hanno notizie precise sugli interventi più urgenti. Ci riferiamo a quelli di via Petrarca, tra i Tredici Canali e bivio Guarassano o meglio ancora a quelli su corso Vittorio Emanuele (isolata una intera zona, percorsi Amaco modificati, residenti e non costretti a itinerari alternativi che allungano i tempi di percorrenza e poi Portapiana (intorno al Conservatorio) dove la viabilità è compromessa da anni.
Ma non bastano soltanto i lavori messi in cantiere per risollevare la città vecchia. I servizi si stanno mano mano azzerando: dell’ufficio postale di corso Telesio non si è più saputo nulla (Poste e Comune erano alla ricerca di nuovi locali), la riattivazione delle scale mobili rientra nei lavori programmati dal Comune (quando saranno effettuati?) e ora chiude anche la banca. Un altro storico presidio (affonda le radici nel Palazzo Carical) viene meno penalizzando gli anziani, specie quelli con problemi di mobilità. Il Comune, ma anche la Provincia, altro ente presente nel centro storico, cosa hanno in mente di fare? Perché nella ex sede dell’Itc “Serra”, di cui è proprietaria la Provincia, ad esempio, non si è deciso di ospitare la Casa della Salute e Ospedale di Comunità che invece sulla base di un accordo Comune-Asp a settembre troverà posto nella caserma della Polizia municipale a via Bendicenti? Polizia municipale che così stando le cose dovrà trovare non facilmente una nuova casa. Proposte concrete, ecco quello che manca. Che fanno il paio con lo stato di abbandono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo detto dell’urgenza di avviare i lavori a via Petrarca, corso Vittorio Emanuele e Portapiana. Ma gli amministratori hanno perso di vista altri obiettivi: il Parco Acquatico che doveva nascere sul fiume Busento (milioni di euro spesi a vuoto) e le zone del centro storico malridotte: la pavimentazione dello Spirito Santo, ad esempio, con basole mancanti o traballanti, e la storica fontana al centro della piazza attualmente muta. Poi c’è anche l’emergenza causata dai palazzi pericolanti oggetto di ordinanze di messa in sicurezza rivolte ai proprietari che durano lo spazio di poche settimane dopo di che viene ripristinata la circolazione per pedoni e/o veicoli senza che sia stato fatto nulla (vedi via Campagna, alle spalle del Duomo, teatro di un recente incendio, e Lungo Crati). Ecco perché ci vuole ben altro per illuminare il centro storico.

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