Oriolo, sì al recupero degli affreschi: accordo con l'istituto Lorenzo de’ Medici di Firenze
Saranno recuperati gli affreschi rivenuti tra i ruderi dell’antico convento francescano del 1439 venuto alla luce da rovi e sterpaglie a ridosso del centro abitato di Oriolo, lungo la strada statale 481. In questi giorni si è recato ad Oriolo, direttamente da Firenze, Lorenzo Casamenti, responsabile del dipartimento restauro dell’istituto Lorenzo de’ Medici del capoluogo toscano. Casamenti – accompagnato dal sindaco Giorgio Bonamassa; dal vicesindaco e assessore alla Cultura e Beni Cultura, Vincenzo Diego; dal presidente del Consiglio, Alfredino Acciardi e dal consigliere comunale, Domenico Bonamassa – ha potuto ammirare gli affreschi rinvenuti assieme ai ruderi del convento nell’autunno scorso, che riproducono scene di vita del Poverello di Assisi. Casamenti – che con il suo team sta operando anche sull’isola di Pasqua, nel Pacifico, in acque cilene, per la pulizia delle famose statue Moai – potrà essere operativo ad Oriolo già nel mese di aprile. Arriveranno nel borgo tra i più belli d’Italia una decina di ragazzi per lo più americani pronti a recuperare i preziosi affreschi del convento. Il Comune di Oriolo, su impulso del vicesindaco Vincenzo Diego, ha saputo trovare il giusto punto d’incontro tra l’importante istituto fiorentino e la Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici e Artistici della Calabria, il quale ente attende ora il progetto del professor Casamenti per poter dare il via alle operazioni di recupero che saranno a carico della “Lorenzo de’ Medici”, con il Comune impegnato esclusivamente sul fronte dell’ospitalità. Casamenti, particolarmente impressionato dalle bellezze culturali e artistiche dell’Alto Jonio, ha aperto alla possibilità, su proposta del vicesindaco Vincenzo Diego, di poter realizzare ad Oriolo – ma con un raggio di azione necessariamente territoriale – una vera scuola di restauro, un laboratorio permanente dove poter studiare per poi recuperare le tante ricchezze culturali (tante delle quali abbandonate) di cui dispone l’Alto Jonio cosentino. Un’opportunità di crescita per l’intero territorio che, qualora l’idea dovesse concretizzarsi, avrebbe così l’opportunità di ospitare ragazzi da ogni parte d’Italia e del Mondo e nel contempo offrire ai giovani del comprensorio un’occasione di formazione nei Beni Culturali.