È uno dei pochi presepi viventi in cui i figuranti si muovono, parlano, cantano, recitano preghiere. E diventano parte attiva della celebrazione eucaristica. Accade nella chiesa della Beata Vergine di Lourdes, a Roges di Rende, dove per volere del parroco, don Germano Anastasio, giovedì pomeriggio, numerosi fedeli e visitatori hanno assistito a una messa del tutto particolare. Circa settanta parrocchiani, tra bambini e adulti, hanno rispettivamente indossato i panni di angeli, pastori, re Magi, nonché di san Giuseppe, Maria e Gesù bambino, e hanno preso posto tra i banchi, dall’inizio alla fine della celebrazione religiosa, mischiandosi agli altri presenti. Il motivo? Lo ha spiegato proprio don Germano nel corso della sua omelia. «Se pensavate di trovare la classica grotta e le ulteriori riproduzioni, quelle, cioè, dei tradizionali presepi viventi, vi sbagliavate. Il nostro, di presepe, ha un altro senso, è diverso. Non è il mero allestimento di un’opera, semplicistico simbolo della cultura natalizia che spesso si visita senza pensare e di fretta – ha detto il sacerdote –. È, piuttosto, luogo e tempo di salvezza, luogo e tempo di preghiera. Un presepe, del resto, è davvero vivente quando nasce dall’eucarestia e tutti noi, questo pomeriggio, stiamo rendendo sacra la sua rappresentazione». Alla prima edizione, l’originale manifestazione è stata, pertanto, fortemente voluta da Anastasio, il quale, prima della santa messa delle 18, ha pure spiegato che «nella chiesa della Beata Vergine di Lourdes i fedeli non erano abituati all’idea di un presepe vivente e che, quindi, era fondamentale dar vita alla tradizione». Una tradizione incoraggiata, quest’anno più degli altri, da Papa Francesco, che nelle scorse settimane si è trovato a sottolineare quanto sia fondamentale «avvicinarsi al tabernacolo, al presepe, alla mangiatoia per dire grazie e per accogliere il dono che è Gesù, dando senso alla vita». Per chi se lo fosse perso, nessun timore. Il presepe itinerante del giorno di santo Stefano andrà “in scena” anche il prossimo 6 gennaio, sempre attraverso le stesse modalità: arrivo in Chiesa, celebrazione eucaristica, breve processione e fiaccolata lungo il perimetro della struttura, posizionamento nella piazza antistante, vicinissima al parco Robinson. Proprio in questi ultimi spazi, infatti, è posta la classica capanna ricolma di paglia dove, in ultima battuta, i figuranti hanno preso posto e davanti alla quale i fedeli si sono fermati per un attimo, in contemplazione della Natività. Non sono comunque mancate le foto e i selfie di rito coi più piccini, entusiasti di essere stati protagonisti del presepe. Il tutto, tra l’altro, oltre alla regia di Annalia Tavilla, è stato arricchito dal suono della ciaramella di Riccardo Cersosimo, della fisarmonica di Francesco Venneri, della tromba di Dora Carelli e, ancora, dagli zampognari di Laino Borgo che, non a caso, hanno intonato l’immancabile “Tu scendi dalle stelle”. Grande l’apprezzamento tra i parrocchiani e non solo, straordinario l’entusiasmo di don Germano Anastasio e degli altri sacerdoti per il trionfo della rinascita della vita.