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Unical, un sogno lungo 50 anni. Ospite d'eccezione il Nobel Parisi: “Clima? Sforziamoci tutti” VIDEO

Cinquant'anni e non sentirli. O forse sì. L'Università della Calabria compie mezzo secolo: tanto è trascorso da quando 600 giovani mettevano piede per la prima volta nel tempio della cultura di Arcavacata, a Rende. Sulla scia di un sogno, appartenuto a Beniamino Andreatta, primo rettore dell'Unical. A distanza di cinque decenni, a ereditarne lo scettro da magnifico e indossare l'ermellino (per la prima volta in tre anni, dopo due inaugurazioni di anno accademico ridimensionate a causa del Covid) è Nicola Leone. Ed è lui che rompe il ghiaccio nel primo giorno della nuova stagione didattica del campus. Ringraziamenti ad autorità e colleghi provenienti da tutta Italia (ma non solo), alla presidente del Cnr e al presidente dell'Anvur, ma soprattutto al premio Nobel della Fisica, Giorgio Parisi, collegato in streaming.

Il video dell'evento

Cinque i punti trattati dal rettore Leone nel corso del suo discorso celebrativo: Il sogno, Le criticità, Il metodo, Unical oggi, Unical, le sfide del futuro. «C'era grande attesa per questo evento», sottolinea Leone, «come testimonia il fatto che i 700 posti messi a disposizione nell'aula magna sono stati polverizzati in 40 minuti. Vedere l'aula magna così gremita è molto bello. Ancor di più personalmente, perché per la prima volta indosso l'ermellino da rettore. Cinquant'anni fa 600 giovani studenti animavano l'Unical: frequentavano le Facoltà di Economia, Ingegneria e Scienze. Da tre anni ricopro questo ruolo ed è già tempo di primi bilanci, di dire alla comunità ciò che stiamo portando avanti. Mi rifaccio alle parole del primo rettore, Andreatta: a Cosenza rogerà una società di giovani liberi. Una visione chiamata Unical».

Parisi: «Risparmio energetico? Capitolo da affrontare con decisione»

Collegato via Skype, il premio Nobel Giorgio Parisi ha affrontato varie tematiche. Su tutte quella del risparmio energetico. «Un capitolo da affrontare con decisione. Il cambiamento climatico richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti, non solo economico ma anche sociale. La politica deve garantire che questo sia accettato da tutti. Chi ha utilizzato più risorse fino a oggi dovrà... contribuire di più, cercando di ristabilire un equilibrio tra i Paesi. Se così non avverrà sarà impossibile gestire il cambiamento climatico».

 

 

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