l rapporto con i classici, a cui guardare però attraverso la lente del presente. E ancora un dialogo aperto con la storia, anche recente, per comprenderne le pagine dimenticate, e poi esistenze cariche di umanità sogni scoperte e sconfitte, da analizzare, osservare, scandagliare attraverso la parola drammaturgica, tra corpo, gesto e voce. Entra nel vivo, a Castrovillari, la XXIII edizione di Primavera dei Teatri, festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, organizzato da “Scena Verticale” - la compagnia di Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano - tornata quest’anno nel suo periodo originario e aperta sabato col seminario di drammaturgia per autori e attori cura di Rafael Spregelburd, a cui domenica sono seguite le quattro residenze artistiche: White Acts (progetto, coreografia, danza di Roberta Racis), Stimmung (coreografi e interpreti Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali), Smart Work (testo che nasce all’indomani della pandemia, scritto a quattro mani da Armando Canzonieri e Gianluca Vetromilo e interpretato da Francesco Rizzo) e La Consagracion de Nadie (Drammaturgia, regia e interpreti Gonzalo Quintana e Micaela Farina). Un appuntamento quantomai necessario quello con Primavera dei Teatro, per mettere al centro la drammaturgia contemporanea e riflettere sul ruolo del teatro, dell’arte, della cultura come motore di crescita dei territori. Il festival propone quest’anno oltre 40 appuntamenti con lo spettacolo dal vivo tra teatro, danza, musica, performance, accompagnati da residenze creative, workshop, reading, presentazioni di libri e convegni: 16 debutti, 4 anteprime, 4 coproduzioni e 3 progetti internazionali, che aprono la stagione dei festival estivi italiani. Due prime nazionali in programma oggi, «Big in Corea» di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci, regia Kronoteatro, con Tommaso Bianco e Maurizio Sguotti, in cui si esplora un momento di soglia della vita, di passaggio, di attesa e a seguire «Canto alle vite infinite», drammaturgia, regia e interpretazione di Elena Bucci, in collaborazione con Marco Sgrosso, osservazione densa e multiforme, attraverso il teatro, della vita attorno. Nel pomeriggio invece, alle 17, appuntamento con «Incarnare il verbo» presentazione e performance sulle opere poetiche dell’attrice messinese Marica Roberto e Daniel Cundari, modera Minella Bloise. Domani sarà la volta di «Donna di dolori», di e con Patrizia Valduga in scena con Daniela Piperno (primo studio di un work in progress guidato da Antonio Calbi) e a seguire lo spettacolo in prima nazionale «Umanità nova-cronaca di una mancata rivoluzione», con Giuseppe Carullo, regia Cristiana Minasi, drammaturgia Fabio Pisano, lo spettacolo – il cui titolo riprende il nome del celebre settimanale anarchico – intende farsi portatore dell’importanza della Storia, della sua conoscenza e della sua corretta trasmissione per evitare che i fatti – in questo caso quelli legati ai Moti di Reggio – si ripetano senza che li si conosca. Giovedì appuntamento invece con la danza con «Alcune coreografie», ideazione, regia e videocoreografia di Jacopo Jenna, collaborazione e danza Ramona Caia, poi Federica Carruba Toscano sarà «Penelope», con la regia e drammaturgia di Martina Badiluzzi, mentre in prima nazionale debutterà «I Greci, gente seria! Come i danzatori», con Roberto Scappin e Paola Vannoni (Premio Dante Cappelletti 2022 di Tuttoteatro.com). Venerdì ricordiamo i «Persiani» di Eschilo dei Sacchi di Sabbia, «Lidodissea» con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, quindi «La sindrome delle formiche» della Compagnia occhi sul Mondo e, in prima nazionale, sabato, «Città sola» di Olivia Laing, riduzione di Fabrizio Sinisi, regia di Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli e «Felicissima jurnata», spettacolo di PutécaCelidònia prodotto da Cranpi e Teatro di Napoli, che cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di «Giorni Felici» di Samuel Beckett. Sempre sabato, in scena, anche i padroni di casa di Scena Verticale, con «Re Pipuzzu fatto a manu_melologo calabrese per tre finali», di e con Dario De Luca e Gianfranco De Franco mentre Saverio La Ruina sarà protagonista dello spettacolo da lui scritto, «Via del Popolo», spettacolo candidato come migliore novità al Premio Le Maschere del Teatro Italiano.